Commemorazione a Palermo
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato alle iniziative per ricordare le vittime della strage di via D’Amelio a Palermo, tenutesi presso la caserma Lungaro della polizia di Stato. Durante il suo intervento, Piantedosi ha sottolineato l’importanza di tenere viva la memoria di questa tragedia, non solo come atto di commemorazione, ma anche come insegnamento per le nuove generazioni e per le forze dell’ordine.
L’esempio degli eroi civili
Il ministro ha definito le vittime della strage “veri e propri eroi, eroi civili” che, in un periodo difficile, hanno dato un esempio di quale fosse la parte giusta in cui stare. Piantedosi ha affermato che questo è il ricordo principale che sintetizza le manifestazioni commemorative.
La ricerca della verità e la memoria condivisa
Piantedosi ha ribadito l’importanza della ricerca della verità giudiziaria, sottolineando che “la verità giudiziaria deve sempre completarsi, non c’è mai prescrizione né termine”. Tuttavia, ha anche aggiunto che questo non deve farci perdere di vista la necessità di una memoria condivisa, unita nei valori fondanti. Il ministro ha affermato che è giusto andare avanti, approfondire e capire, sia per la parte giudiziaria che per la storia. Ma la memoria, ha sottolineato, è forte e appartiene a tutti noi, ed è un valore che dobbiamo tenere saldo.
Riflessioni sulla memoria e la giustizia
La strage di via D’Amelio è una ferita aperta nella storia italiana. Le parole del ministro Piantedosi ci ricordano l’importanza di non dimenticare le vittime e di trarre insegnamento dal loro sacrificio. La ricerca della verità giudiziaria è fondamentale, ma è altrettanto importante che la memoria di questa tragedia si traduca in un impegno collettivo per la giustizia e la legalità. La memoria condivisa, unita nei valori fondanti, può essere un potente strumento per costruire un futuro più sicuro e giusto per tutti.