La sentenza di condanna
Il giudice del tribunale di Bari, Vittorio Rinaldi, ha emesso una sentenza di condanna a 16 anni e due mesi di reclusione nei confronti di Giuseppe Ambriola, il 35enne di Trigianello (Bari), ritenuto responsabile dell’omicidio della sua ex compagna Dory Colavitto. Il delitto è avvenuto all’alba del 2 novembre scorso, quando Ambriola ha colpito la donna con oltre 30 coltellate. L’uomo è stato giudicato con rito abbreviato ed era accusato di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, e come atto susseguente allo stalking. Oltre alla pena detentiva, il giudice ha disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale durante la pena.
La richiesta della procura e le parti civili
La procura aveva richiesto una condanna a 14 anni di reclusione per Ambriola. La vittima, Dory Colavitto, assistita dall’avvocato Maria La Ghezza, era presente in aula al momento della lettura della sentenza. Si è costituita parte civile anche la madre della donna, Giustina Fanelli, assistita dal legale Francesco Guidone. Il giudice ha condannato l’imputato anche al pagamento di una provvisionale di 150mila euro in favore di Dory Colavitto e di 50mila euro per la madre.
Un crimine efferato e la ricerca della giustizia
La sentenza di condanna per Giuseppe Ambriola rappresenta un momento importante per la ricerca della giustizia in questo caso di violenza efferata. La brutalità del delitto, con le oltre 30 coltellate inferte alla vittima, evidenzia la gravità del reato e la necessità di una risposta giudiziaria severa. La presenza in aula della vittima e della madre, costituitesi parte civile, sottolinea la profonda ferita inferta alla famiglia e la loro determinazione nel cercare giustizia per Dory Colavitto.