Un investimento per la salvaguardia del patrimonio musicale
La Regione Emilia-Romagna ha deciso di investire oltre 145 mila euro per il restauro di tre importanti organi antichi, che rappresentano un prezioso patrimonio storico e artistico del territorio. Gli strumenti interessati sono l’organo a tre tastiere della Cattedrale di San Giorgio Martire a Ferrara, l’organo a mantice della Chiesa di Santa Chiara a Pieve di Cento (Bo) e l’organo a canne della Pieve di San Pietro di Roffeno di Vergato, sempre nel bolognese.
L’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, ha sottolineato l’importanza di questo intervento, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la salvaguardia di strumenti che incarnano l’eccellenza dell’arte e della manifattura. Questi organi, situati in importanti luoghi di culto, sono parte integrante del patrimonio culturale delle rispettive comunità.
Il restauro di questi strumenti si inserisce in una politica culturale che punta alla valorizzazione e alla diffusione del patrimonio musicale in tutto il territorio, anche in piccoli centri, contribuendo a promuovere una cultura democratica e accessibile a tutti.
Le caratteristiche degli organi e la loro storia
L’organo della Cattedrale di Ferrara, costruito nel 1967 dai Fratelli Ruffatti di Padova, necessita di un importante intervento di restauro per il ripristino del suo funzionamento. La Regione ha stanziato 70 mila euro per contribuire alle spese del restauro, stimate in oltre 124 mila euro.
L’organo di Pieve di Cento, risalente al 1687, è stato costruito da un organaro di scuola Traeri o dai Traeri stessi. Collocato sopra la porta maggiore d’ingresso, è di notevole interesse storico e musicale, in quanto integro nelle sue parti foniche e con altri importanti elementi originali, ma attualmente non funzionante.
L’organo della Pieve di San Pietro di Roffeno, gravemente danneggiato durante l’occupazione nazista del 1944, è stato realizzato dal Verati nel 1850.
Un futuro per la musica sacra
Le convenzioni per i restauri, in corso di stipula, prevedono che i lavori dovranno essere terminati entro il 31 dicembre 2024. Il restauro di questi organi non solo permetterà di preservare un patrimonio storico e artistico di grande valore, ma anche di riportare in vita strumenti che potranno contribuire a qualificare le cerimonie religiose, dai battesimi ai funerali.
L’utilizzo di questi strumenti, in luoghi di culto anche in piccoli centri, contribuirà a diffondere la musica sacra e a promuovere una cultura musicale democratica e accessibile a tutti.
La valorizzazione del patrimonio culturale
Il restauro di questi organi antichi rappresenta un investimento importante per la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna. La scelta di finanziare il restauro di strumenti in luoghi di culto non solo preserva il patrimonio storico e artistico, ma contribuisce anche a promuovere una cultura diffusa e democratica, accessibile a tutti. La Regione dimostra con questo intervento un forte impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale e nella sua fruizione da parte della comunità.