Il furto audace del San Girolamo
Il documentario “Caravaggio – Furto a Malta” ci trasporta nel 1984, a Malta, dove un audace furto d’arte scuote il mondo dell’arte. Il San Girolamo scrivente, dipinto da Caravaggio nel 1608, viene sottratto dal Museo della Concattedrale di San Giovanni con una precisione degna di un film d’azione. Tre ladri, travestiti da operai, si introducono nel museo, appongono un cartello “Lavori in corso” all’ingresso e, con un’operazione fulminea, rimuovono il dipinto dalla cornice, tagliandolo con cura. Il furto è un’operazione impeccabile, che lascia il museo in stato di shock e sconforto.
L’indagine del sacerdote detective
L’indagine per ritrovare il San Girolamo rubato viene affidata a Padre Marius Zerafa, un sacerdote che si ritrova suo malgrado a ricoprire il ruolo di investigatore. I ladri, dopo aver tentato inutilmente di vendere l’opera, decidono di chiedere un riscatto al governo maltese, minacciando di distruggere il dipinto se non fosse stato pagato. Zerafa, con coraggio e determinazione, si impegna a recuperare il prezioso bene culturale, affrontando le minacce dei ladri che, per aumentare la pressione, iniziano a inviare al sacerdote strisce del dipinto, minacciando di distruggerlo pezzo per pezzo.
La cattura dei colpevoli e il restauro dell’opera
Zerafa, con astuzia, riesce a risalire al luogo da cui provengono le telefonate dei ladri, una piccola fabbrica di scarpe. La polizia interviene e arresta i colpevoli del furto, permettendo al San Girolamo di tornare alla sua originaria collocazione. L’opera, però, è stata gravemente danneggiata dal tentativo di vendita e dalla minaccia di distruzione. Un delicato restauro, affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, restituisce al dipinto la sua bellezza originale, seppur con i segni indelebili del suo passato travagliato.
L’intreccio di arte e crime
“Caravaggio – Furto a Malta” è un documentario che ci mostra come l’arte possa essere coinvolta in storie di crimine e come la passione per la bellezza possa essere contaminata da interessi economici e da atti illegali. Il documentario ci offre un’occasione per riflettere sul valore inestimabile dei beni culturali e sulla necessità di proteggerli da ogni forma di vandalismo e furto.