Il calcio come mezzo di sussistenza
In Argentina, la povertà spinge molti ragazzi dei quartieri emarginati a trasformare il calcio in un mezzo di sussistenza. I tornei di rigori clandestini, soprattutto nella periferia di Buenos Aires, offrono l’opportunità di guadagnare denaro per “poter mangiare”, come racconta un abile rigorista che ha dichiarato di aver guadagnato 40.000 pesos (circa 40 dollari) al giorno grazie a questi tornei.
“Io muoio per il calcio e mi piace la tensione dei rigori. E questo, che amo tanto, mi permette di portare da mangiare ai miei due figli. Non ho un lavoro e i rigori mi salvano”, ha spiegato all’ANSA il rigorista, evidenziando come il calcio sia diventato una fonte di sostentamento per lui.
Il formato del torneo e le scommesse
I tornei di rigori seguono un formato semplice: tutti contro tutti, con eliminazione a coppie. I partecipanti possono iscriversi da soli o in coppia e si tirano tre serie di tre (a volte cinque) rigori. In caso di pareggio, il vincitore viene deciso con un lancio di moneta.
La partecipazione al torneo costa circa 1.500 pesos (1,5 dollari) a persona, mentre gli spettatori pagano circa 1.000 pesos per assistere allo spettacolo. Tuttavia, sono le scommesse clandestine a rendere questi tornei ancora più interessanti, con vincite potenzialmente molto elevate. Un partecipante ha raccontato di aver visto un ragazzo vincere 700.000 pesos (circa 700 dollari) in un pomeriggio.
Un campo da calcio in decadenza
Il torneo a cui ha assistito l’ANSA si svolgeva su un campo privo di erba, con una porta in decadenza, pali arrugginiti e una rete rovinata dal sole e dalla pioggia. Gli spogliatoi erano miseri, in lamiera e senza docce. Nonostante le condizioni precarie, la passione dei circa 500 spettatori era sfrenata.
Il torneo si svolgeva in uno spazio chiamato “potrero”, un’area aperta in mezzo alla città dove viene improvvisato un campo da calcio. È proprio in questi “potrero” che sono emersi talenti come Diego Maradona, nella periferia di Buenos Aires.
Calciatori professionisti e rigori clandestini
Anche alcuni calciatori professionisti hanno ammesso di aver partecipato a scommesse sui rigori, come Néstor Ortigoza, che ha giocato per il San Lorenzo de Buenos Aires e per la nazionale paraguaiana.
Un calcio di sopravvivenza
Questi tornei di rigori clandestini sono una realtà ben diversa da quella che si vede in televisione, con i calci di rigore delle squadre professionistiche che generano dramma o felicità per milioni di persone. Qui, nella periferia di Buenos Aires, non sono in gioco la fama o il prestigio, ma la sopravvivenza.
Ad ogni rigore, i giocatori pensano solo a come portare da mangiare a casa, a come sopravvivere in un contesto segnato dalla povertà e dalla necessità.
Lo sport come via di fuga dalla povertà
La storia di questi tornei di rigori clandestini è un esempio di come lo sport possa diventare una via di fuga dalla povertà, anche se in un contesto precario e rischioso. La passione per il calcio diventa un mezzo per ottenere un guadagno immediato, anche se questo significa mettere in gioco la propria salute e la propria sicurezza, in un circolo vizioso che riflette le disuguaglianze sociali presenti in Argentina.