Un talento cristallino in cerca di palcoscenico
Maurizio Lombardi, nato a Firenze il 17 novembre 1973, è un attore italiano che vanta un talento indiscutibile, ma che sembra ancora in attesa di un riconoscimento più ampio. Il suo fascino Decò, il fisico importante e l’eleganza naturale gli hanno permesso di interpretare ruoli variegati, dal cardinale omosessuale Mario Assente in “The Young Pope” e “The New Pope” di Paolo Sorrentino (per cui ha ricevuto i complimenti di Martin Scorsese), al Tonno nel film “Pinocchio” (2019) di Matteo Garrone, fino al luciferino ispettore di polizia Pietro Ravini nella serie “Ripley” ideata da Steven Zaillian.
Nonostante le sue interpretazioni di spessore, Lombardi ha ricevuto finora pochi riconoscimenti, se si eccettua il Nastro d’Argento come miglior attore di commedia per “Romeo è Giulietta”, premio che riceverà meritatamente stasera al Teatro Antico di Taormina.
Un’analisi lucida della propria carriera
In un’intervista all’ANSA, Lombardi si descrive come “un bambino curioso” con “uno stupore infantile rispetto alle cose”, qualità che lo aiutano nel suo lavoro ma che allo stesso tempo lo rendono “un po’ naif”, un aspetto che, a suo dire, lo penalizza a volte. Riconosce di non aver ottenuto ruoli da protagonista e si interroga sul futuro della sua carriera, descrivendosi come “al giro di boa”, pronto a ripartire per “veleggiare” verso nuovi orizzonti.
L’attore riflette anche sul suo aspetto fisico, definendo il suo viso “particolare” e adatto a storie specifiche, chiedendosi se il cinema italiano sia in grado di accogliere un viso “un po’ da straniero” come il suo. Attualmente è impegnato nella sua casa di produzione, Velvet 9, con cui ha prodotto lo spettacolo “Ho visto cose” e sta terminando il cortometraggio “Marcello”, il suo esordio alla regia, dedicato al cinema e al racconto di un ragazzo che trova rifugio a Cinecittà.
I riferimenti artistici di Lombardi
Tra i suoi attori di riferimento, Lombardi cita Dustin Hoffman, un artista che “ha fatto tutti i ruoli possibili”, mentre tra i suoi libri preferiti indica “i grandi romanzi inglesi e francesi”, che secondo lui riescono a creare archetipi, a differenza della letteratura italiana, che si concentrerebbe su “piccoli uomini e piccole storie”.
In merito a un ruolo che gli piacerebbe interpretare, Lombardi dichiara di essere affascinato dalle storie di “grandi uomini”, soprattutto italiani, e di essere attratto da ruoli come il cattivo, l’omosessuale o la donna, che gli permettono di esplorare “l’altro lato delle cose”, la parte femminile e il lato oscuro di ogni individuo.
Un talento da valorizzare
Maurizio Lombardi rappresenta un esempio di talento italiano che merita maggiore attenzione. La sua versatilità e la sua capacità di calarsi in ruoli complessi e sfidanti sono innegabili. È auspicabile che il cinema italiano riesca a valorizzare appieno le sue potenzialità, offrendogli ruoli che gli permettano di esprimere al meglio il suo talento e di raggiungere un pubblico più ampio.