Condanna unanime della violenza, ma posizioni politiche divergenti
L’attacco a Donald Trump ha scatenato reazioni da parte di diversi leader latinoamericani, con una condanna unanime della violenza ma con posizioni politiche che riflettono le diverse appartenenze ideologiche.
Il presidente brasiliano di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva ha definito l’attacco “inaccettabile” e ha chiesto una condanna da parte di tutti i “difensori della democrazia e del dialogo”. Anche il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha condannato la violenza, definendola “irrazionale e disumana”, mentre il presidente cileno Gabriel Boric ha sottolineato come la violenza sia una “minaccia per le democrazie” e indebolisca la “vita in comune”.
Il presidente socialista boliviano Luis Arce ha ribadito che la violenza deve essere “sempre respinta da tutti”, nonostante le “profonde divergenze ideologiche e politiche”, mentre Cuba, pur senza citare Trump per nome, ha condannato ogni forma di violenza attraverso le parole del presidente Miguel Diaz-Canel, evidenziando la propria posizione storica contro il terrorismo.
Milei attacca la sinistra, Bolsonaro esprime solidarietà
Non tutti i leader latinoamericani hanno espresso condanna nei confronti dell’attacco a Trump con lo stesso tono. Il presidente argentino Javier Milei, noto per le sue posizioni ultraliberiste, ha invece accusato la “sinistra internazionale” di essere pronta a “destabilizzare le democrazie” e a promuovere la violenza per “abbarbicarsi al potere”.
Il leader brasiliano di destra Jair Bolsonaro, politicamente vicino a Trump, ha invece espresso la sua solidarietà al leader americano, definendolo il “più grande leader mondiale del momento” e augurandosi una “pronta guarigione”. Bolsonaro ha inoltre affermato che si vedrà con Trump “all’insediamento”, alludendo ad una possibile vittoria repubblicana alle elezioni presidenziali americane di novembre.
L’attacco a Trump e le tensioni politiche in America Latina
L’attacco a Trump ha messo in luce le profonde divisioni politiche che attraversano l’America Latina, con leader che si schierano apertamente a favore o contro l’ex presidente americano. Questo evento potrebbe alimentare ulteriormente le tensioni politiche in un contesto già caratterizzato da polarizzazione e instabilità in diversi paesi della regione.