Raccolta firme per la riapertura del caso Golinucci
Il prossimo 13 luglio alle 10:00, presso il parco ‘Il giardino di Cristina’ a Ronta di Cesena, si terrà un evento organizzato dall’associazione Penelope Emilia-Romagna per chiedere la riapertura delle indagini sulla scomparsa di Cristina Golinucci, avvenuta nel 1992. All’evento saranno presenti Marisa degli Angeli, madre di Cristina, e l’avvocato Barbara Iannuccelli, che inviteranno la cittadinanza a firmare una petizione contro l’archiviazione del caso.
La Procura di Forlì ha richiesto per la decima volta l’archiviazione delle indagini, ma la famiglia si è opposta, sostenendo che alcuni aspetti del caso necessitano di ulteriori approfondimenti.
La scomparsa di Cristina Golinucci
Cristina Golinucci, una giovane ragazza di 21 anni, è scomparsa il 1° settembre 1992. Secondo quanto riportato, si recò al Convento di Cesena con la sua auto intorno alle 14:00, senza lasciare traccia. Da allora, la sua famiglia non ha avuto più notizie di lei, vivendo un dolore profondo e un’incertezza che dura da 32 anni.
La petizione online lanciata su Change.org sottolinea il dolore inconcepibile provato dai familiari di Cristina, reso ancora più amaro dalla mancanza di giustizia e dai continui dubbi che aleggiano sul caso.
L’appello della famiglia e dell’associazione
Nell’appello per la raccolta firme, si sottolinea come la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura sia inaccettabile, in quanto molti aspetti del caso richiederebbero ancora un’attenta analisi. La famiglia e l’associazione Penelope ritengono che ogni caso irrisolto rappresenti una ferita aperta per la società, una mancanza di rispetto per le vittime e i loro familiari.
L’evento a Ronta di Cesena rappresenta un’occasione per la comunità di esprimere la propria solidarietà alla famiglia di Cristina e di chiedere alle autorità competenti di non chiudere definitivamente il caso, ma di continuare a cercare la verità sulla sua scomparsa.
La ricerca della verità e la giustizia
La vicenda di Cristina Golinucci rappresenta un triste esempio di come la scomparsa di una persona possa lasciare un vuoto incolmabile nelle vite dei suoi cari e generare un senso di ingiustizia. La richiesta di archiviazione, anche se ripetuta, non dovrebbe significare la fine della ricerca della verità. La famiglia di Cristina ha il diritto di conoscere la verità e di ottenere giustizia, anche dopo 32 anni di dolore e incertezza.