Un’esperienza di pace e sport a Coverciano
Dal 5 al 15 luglio, il Centro tecnico federale di Coverciano ha ospitato 40 giovani calciatori e calciatrici ucraini, nati tra il 2010 e il 2012, provenienti da zone fortemente colpite dalla guerra in corso come Kharkiv, Dnipro, Zaporizhzhia e Mykolaiv. L’iniziativa, frutto di un accordo di cooperazione siglato a febbraio dai presidenti della Figc, Gabriele Gravina, e della federcalcio ucraina, Andrii Shevchenko, ha permesso ai ragazzi di vivere un’esperienza sportiva lontano dagli orrori del conflitto.
Accompagnati da dieci allenatori e allenatrici e da un rappresentante della federcalcio ucraina, i giovani atleti hanno avuto la possibilità di allenarsi e di vivere un periodo di serenità e di sport, ricevendo questa mattina gli attestati di partecipazione.
Le parole di Gravina e il messaggio di pace
“Siamo orgogliosi del messaggio di cui è simbolo Coverciano in questi giorni”, ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, “e siamo onorati che la Figc sia stata la prima realtà europea ad ospitare bambine e bambini ucraini in virtù di una bellissima progettualità ideata da un amico dell’Italia come Shevchenko. Il calcio è un veicolo straordinario di pace e di amicizia, crediamo fortemente nelle iniziative di cooperazione e, come fatto sin dall’inizio del conflitto, continueremo a sostenere gli amici ucraini”.
Attività sportive e formazione
Oltre alle attività sul campo, guidate dai tecnici nazionali e regionali del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, i giovani atleti ucraini hanno potuto beneficiare di un programma di allenamenti personalizzato. I tecnici ucraini, inoltre, hanno partecipato a workshop formativi coordinati dalla struttura centrale dell’Sgs con il supporto del Settore Tecnico.
Lo sport come ponte di pace
L’iniziativa di ospitare i giovani calciatori ucraini a Coverciano è un esempio tangibile di come lo sport possa essere un potente strumento di pace e di solidarietà, offrendo un momento di respiro e di speranza a chi sta vivendo una situazione di guerra. La scelta di coinvolgere i giovani atleti, in particolare, sottolinea l’importanza di investire nel futuro e di promuovere la pace attraverso lo sport e la condivisione di valori universali.