L’indignazione per il video choc e le minacce all’animalista
Un video choc che ritrae un gruppo di ragazzini mentre lanciano un gattino da un ponte a Lanusei ha suscitato un’ondata di indignazione e sdegno. L’animalista Enrico Rizzi, che ha denunciato il fatto, è diventato bersaglio di minacce di morte, tanto da dover mettere in conto la propria sicurezza e quella della sua famiglia.
Rizzi, che sta organizzando una manifestazione contro la violenza sugli animali a Ilbono, paese degli autori del gesto, ha dichiarato di essere abituato alle minacce, ma che quelle ricevute in questi giorni sono particolarmente gravi. Nonostante le minacce, Rizzi ha ribadito la sua intenzione di presenziare alla manifestazione, dichiarando che “ci metto la faccia, direttamente dove è avvenuto l’orrendo gesto”.
La reazione sui social e le misure di sicurezza
La vicenda ha acceso un dibattito acceso sui social network, con un’indignazione diffusa e un’ondata di insulti e minacce sia nei confronti dei ragazzini, denunciati alla procura dei minori di Cagliari, sia nei confronti dei loro familiari. Nomi e foto dei giovanissimi circolano liberamente online, alimentando un clima di odio e violenza virtuale.
In vista della manifestazione di domenica 14 luglio a Ilbono, la Questura di Nuoro ha deciso di potenziare il servizio d’ordine per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti, alla luce delle tensioni e delle minacce ricevute dall’animalista.
La posizione di Rizzi e la difesa della Sardegna
Rizzi ha espresso la sua contrarietà a certe esternazioni negative nei confronti della Sardegna, sottolineando che si tratta di una “terra meravigliosa” e che molti sardi sono persone meravigliose. Ha ribadito la sua intenzione di chiedere pene severe e certe per chi maltratta gli animali, unendosi ai sardi in questa battaglia.
La gravità del gesto e le conseguenze
L’episodio del gattino lanciato dal ponte è un atto di crudeltà gratuita che evidenzia la necessità di una maggiore educazione alla sensibilità e al rispetto per gli animali. Le minacce di morte rivolte all’animalista e la diffusione di informazioni sui ragazzini sui social network dimostrano come la rabbia e l’indignazione possano facilmente degenerare in violenza, sia online che offline. È importante che le istituzioni intervengano con fermezza per contrastare questo tipo di comportamenti e per proteggere le vittime di minacce e violenza.