Una rivoluzione per il lavoro delle persone con disabilità
La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha espresso la necessità di una profonda rivoluzione per il lavoro delle persone con disabilità, sottolineando l’importanza di investire sulle loro potenzialità e competenze. Durante l’incontro “Disabilità, facciamo il punto” promosso da Amnic-Ente di tutela e rappresentanza delle persone con disabilità, la ministra ha affermato che il Paese deve guardare alle potenzialità e non ai limiti, e che intende portare questa necessità all’attenzione del prossimo G7.
Secondo la ministra, l’Italia non può progredire se non inizia ad investire sulle potenzialità di ogni persona. Ha inoltre evidenziato l’esistenza di realtà nel terzo settore che stanno portando avanti iniziative straordinarie per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, auspicando un’estensione di queste buone pratiche anche al mondo privato.
La ministra ha individuato tre principi chiave per un’effettiva inclusione: l’accessibilità universale, il diritto alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica e la promozione del “Progetto di vita”, un elemento fondamentale per cambiare il modo di lavorare delle istituzioni.
Una riforma per cambiare la percezione della disabilità
Il presidente nazionale Anmic e Fand Nazaro Pagano ha sottolineato l’avvio della sperimentazione di una riforma che, a partire dal 2025, punta a modificare sia la normativa sulla disabilità che la sua percezione sociale. La riforma si propone di semplificare le procedure, promuovere la pari opportunità, l’autodeterminazione e il progetto di vita indipendente.
Pagano ha evidenziato che l’Associazione di tutela e rappresentanza vigilerà sull’applicazione della riforma, che avrà un impatto anche sulle politiche di Welfare, un settore complesso e con criticità.
Verso un’inclusione reale
Le parole della ministra Locatelli e del presidente Pagano delineano un percorso verso un’inclusione reale delle persone con disabilità, che passa attraverso una profonda revisione culturale e normativa. L’enfasi sul talento e le competenze, piuttosto che sui limiti, rappresenta un cambio di prospettiva fondamentale. La sperimentazione della riforma, con l’obiettivo di semplificare le procedure e promuovere l’autodeterminazione, potrebbe contribuire a creare un sistema più equo e inclusivo.