La rimozione della targa e le accuse dell’opposizione
La decisione dell’amministrazione comunale di Gioiosa Ionica di rimuovere la targa dedicata a Mino Reitano, collocata in piazza Plebiscito 12 anni fa, ha suscitato forti reazioni da parte dell’opposizione consiliare. Secondo il gruppo di minoranza “Costruire insieme”, la rimozione del monumento, avvenuta “senza preavviso e senza alcuna spiegazione”, rappresenta un “atto di pura presunzione e allo stesso tempo un abuso di potere”. La targa, sostengono, era un “simbolo di orgoglio per i cittadini di Gioiosa Ionica” e un omaggio ad un “grande artista che ha portato il nome della Calabria in tutto il mondo”. L’opposizione accusa l’amministrazione di aver agito con “desiderio di fare un dispetto personale” al presidente dell’associazione che aveva promosso la collocazione del monumento.
La replica del sindaco
Il sindaco di Gioiosa Ionica, Luca Ritorto, ha smentito le accuse dell’opposizione, affermando che l’amministrazione comunale non ha alcun intento di disprezzo nei confronti di Mino Reitano o della sua famiglia. La rimozione della pietra commemorativa, secondo il sindaco, rientra in un progetto di “restyling dell’intera area della piazza”, un progetto già annunciato e noto. Ritorto ha definito l’attacco dell’opposizione “eccessivo e sbagliato sia nella forma che nei contenuti”.
Un simbolo di memoria e un progetto di riqualificazione
La vicenda della rimozione della targa dedicata a Mino Reitano solleva questioni delicate legate alla memoria e alla gestione del patrimonio storico-culturale di una comunità. È comprensibile l’indignazione di coloro che vedevano nella targa un simbolo di orgoglio locale e un omaggio ad un artista calabrese di fama internazionale. Allo stesso tempo, è importante considerare anche la prospettiva dell’amministrazione comunale, che potrebbe aver intrapreso un progetto di riqualificazione della piazza, con l’obiettivo di migliorarne l’estetica e la funzionalità. La mancanza di comunicazione e di un confronto aperto con la comunità potrebbero aver contribuito ad alimentare le polemiche.