L’ammissione in aula
Questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Sassari, Alberto Picci, 50enne cagliaritano imputato per l’omicidio del padre Giuseppe, ha rilasciato una confessione shock. L’uomo ha dichiarato di aver provato “un impulso d’odio”, un “colpo di collera” che lo ha portato ad agire in modo incontrollato, affermando di essere “privo della sua integrità psicofisica”.Picci ha descritto l’aggressione come un gesto impulsivo, avvenuto all’alba del 27 aprile 2022 a Santa Maria Coghinas, mentre si trovava a casa dei genitori che lo ospitavano. Secondo il suo racconto, il padre si è alzato per andare in bagno, svegliandolo con il rumore dell’interruttore della luce. Picci, innervosito, ha preso un fucile da pesca dalla sacca, ha sparato un colpo senza vedere il bersaglio, colpendo il padre alla testa con l’arpione.L’imputato ha poi ammesso di aver preso un coltello e di aver colpito nuovamente il padre, per poi dirigersi nella camera della madre, Maria Giovanna Drago, colpendola alla testa con un coltello multiuso. Dopo l’aggressione, Picci ha chiamato i carabinieri, dichiarando di aver “fatto un casino” e chiedendo l’intervento di un’ambulanza.
La condanna per tentato omicidio e le accuse di omicidio
Picci è già stato condannato a 12 anni di reclusione per tentato omicidio della madre, sentenza passata in giudicato. Tuttavia, dopo la morte del padre, il pm Angelo Beccu ha incriminato il 50enne per omicidio, portando il caso davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Massimo Zaniboni.L’imputato, difeso dall’avvocato Claudio Mastandrea, si è sottoposto all’esame davanti alla Corte, fornendo la sua versione dei fatti e sostenendo di non aver mai avuto intenzione di fare del male ai suoi genitori.
Le testimonianze dei medici legali
In aula sono stati sentiti anche i medici legali Valentina Piredda e Francesco Serra. La dottoressa Piredda ha visitato Giuseppe Picci durante il suo ricovero in ospedale, mentre il dottor Serra ha eseguito l’autopsia. Entrambi i medici hanno confermato la connessione tra le ferite riportate dall’anziano e la morte, avvenuta per infiammazione polmonare conseguente alle lesioni e alla degenza ospedaliera.
Un caso complesso e inquietante
Il caso di Alberto Picci presenta aspetti inquietanti e complessi. Le dichiarazioni dell’imputato, che descrivono un’aggressione violenta e impulsiva, sollevano interrogativi sulla sua salute mentale e sulla dinamica degli eventi. Sarà compito della Corte d’Assise valutare attentamente le prove e le testimonianze per giungere a un verdetto che tenga conto di tutti gli elementi del caso.