Un progetto giovane per un’opera classica
“Il Cappello di Paglia di Firenze”, l’operetta di Nino Rota, composta nel 1955 su libretto della madre Erminia, torna a calcare le scene del Teatro alla Scala di Milano a partire dal 4 settembre. Questa nuova produzione si distingue per il suo approccio giovane, affidando i ruoli principali ai cantanti dell’Accademia della Scala e scegliendo un team di regia composto da talenti emergenti.A guidare il progetto è il regista trentasettenne Mario Acampa, noto per la serie teatrale per ragazzi “Lalla & Scali”, che ha deciso di dare un’opportunità ai giovani artisti, proprio come in passato è successo a lui. Per i costumi è stata scelta Chiara Amaltea Ciarelli, trentatreenne, che ha realizzato circa 120 abiti tipici degli anni ’50, con alcuni tocchi fantastici per la festa della Baronessa. La scenografia è stata invece affidata a Riccardo Sgaramella, ventiseienne, che ha ideato una gigantesca scena su due piani con un diametro di 18 metri, in grado di ruotare e permettere allo spettatore di seguire l’azione che si svolge in ogni stanza della fabbrica con un effetto cinematografico.”Probabilmente siamo la squadra più giovane che ha lavorato alla Scala, con un progetto fra i più complessi”, ha osservato il regista, sottolineando l’ambizione del progetto che vede la collaborazione di un team giovane con un direttore di grande esperienza, Donato Renzetti, e la coreografa Anna Olkhovaya.
Una rilettura moderna con un tocco cinematografico
L’opera è ambientata in una cappelleria negli anni ’50, con il protagonista Fadinard che svolge le pulizie. La scenografia rotante, con un diametro di 18 metri, crea un effetto cinematografico che accompagna lo spettatore attraverso le diverse stanze della fabbrica. Questo effetto, secondo Acampa, è presente anche nella musica di Rota, celebre per le sue colonne sonore, dalle pellicole di Fellini al “Padrino II” per cui ha vinto un Oscar.In questa rilettura, l’iconico cavallo di Fadinard è sostituito da un’aspirapolvere che distrugge il cappello di Anaide, mentre lei si trova con l’amante Emilio. La trama, che ruota attorno al tentativo di Anaide di trovare un cappello identico per nascondere il tradimento al marito Beaupertuis, è un sogno di Fadinard, scatenato dopo essere stato picchiato. Il risveglio del protagonista, secondo Acampa, potrebbe essere amaro, ma con una sorpresa, promettendo una storia di amore e riscatto.
Un connubio tra tradizione e innovazione
La scelta di affidare la regia di “Il Cappello di Paglia di Firenze” ad un team di giovani artisti rappresenta un connubio interessante tra tradizione e innovazione. Da un lato, l’operetta di Nino Rota è un’opera classica che ha già avuto diverse interpretazioni nel corso degli anni, dall’altro, l’approccio moderno e innovativo del team di regia promette una rilettura fresca e originale, che potrebbe attrarre un pubblico più giovane e ampliare l’appeal dell’opera.