Morte violenta, colpi alla testa e al torace
La morte di Alex Marangon, 25enne barista di Marcon (Venezia), è avvenuta a seguito di colpi alla testa e al torace, come confermato dall’autopsia condotta dal medico legale Alberto Furlanetto e dal perito della famiglia della vittima, Antonello Cirnelli. Secondo i risultati dell’autopsia, il giovane è deceduto a causa di colpi da corpo contundente, probabilmente inferti con un bastone, che hanno provocato la sfondamento del cranio all’altezza della tempia sinistra. Inoltre, sono stati riscontrati colpi alla parte sinistra del torace e dell’addome, che hanno sfondato la gabbia toracica con la frattura delle costole.L’autopsia ha evidenziato che nei polmoni di Marangon non c’era acqua, suggerendo che il giovane fosse già morto al momento dell’immersione del corpo nel fiume Piave. Eventuali tracce di acqua nei polmoni potrebbero essere dovute all’immersione post-mortem.
Rito sciamanico e allontanamento
Al momento della morte, Alex Marangon si trovava ad un rito sciamanico presso l’abbazia di Vidor, nel territorio trevigiano. Secondo i testimoni sentiti dai Carabinieri, il giovane si sarebbe allontanato dalla chiesetta annessa all’abbazia dopo un momento di meditazione davanti a un fuoco, mostrandosi in uno stato mentale di eccitazione e confusione. Tale stato mentale potrebbe essere stato indotto da tisane e decotti preparati durante il rito, che Marangon avrebbe assunto durante il giorno, seguiti da un bagno nel Piave in compagnia degli altri partecipanti al rito.In serata, Marangon avrebbe assunto una seconda dose di tisane e avrebbe partecipato al rito con incenso, musica e litanie, questa volta in disparte. L’allontanamento del giovane ha fatto pensare ad una fuga, giustificando il ritardo di almeno tre ore nell’allarme che ha dato inizio alle ricerche, iniziate nella notte del 30 giugno e terminate il 2 luglio con il ritrovamento del cadavere in un isolotto sul Piave, quattro chilometri a valle.
Indagini sui due colombiani
Le indagini si concentrano su due persone, un medico di nome Johnny Benavides e il suo assistente, entrambi di nazionalità colombiana, che avrebbero seguito Marangon verso il Piave. I due sono scomparsi dalla zona dopo la scomparsa del giovane. La Procura di Treviso sta indagando per capire se i due colombiani abbiano assistito a qualche evento o se abbiano commesso qualche gesto nei confronti di Marangon mentre era in stato di incoscienza.Secondo Andrea Zuin, il musicista che ha organizzato i riti, i due colombiani non sarebbero “assassini o criminali”, ma persone qualificate per assistere persone eventualmente alterate sotto l’effetto di pratiche sciamaniche.
Ipotesi alternative
Non si esclude la possibilità che Marangon, in stato di alterazione, abbia incontrato altre persone estranee al rito sciamanico nella zona del Piave, un’area spesso utilizzata per incontri di persone che desiderano consumare alcool e droghe in modo discreto.
Un caso complesso con molti interrogativi
La morte di Alex Marangon presenta molti aspetti misteriosi e inquietanti. Le indagini dovranno chiarire le dinamiche dell’evento, l’identità dei responsabili dei colpi che hanno causato la morte del giovane e il ruolo dei due colombiani scomparsi. L’aspetto del rito sciamanico e l’assunzione di sostanze psicoattive aggiungono complessità al caso, richiedendo un’attenta analisi per ricostruire con precisione gli eventi che hanno portato alla tragica morte di Marangon.