Un Noir Esistenziale con Filippo Timi
“Il nostro cinema è quello degli ultimi”, dichiarano i registi Fabio e Damiano D’Innocenzo, presentando la loro nuova serie Sky Original “Dostoevskij”, un progetto che li ha visti impegnati nella scrittura e nella regia. La serie, ispirata al romanzo “I poveri” di William T. Vollmann, è un noir esistenziale, lisergico e cupo, girato per la gran parte su un litorale laziale che “sembra l’Alabama”.
Protagonista della serie è Filippo Timi, che interpreta Enzo Vitiello, un detective tormentato dal passato doloroso e dipendente dalle droghe per non sprofondare nell’oblio. Vitiello vive in una casa isolata e fatiscente sul fiume con una figlia, Ambra (interpretata da Carlotta Gamba), che lui stesso aveva allontanato in passato per un motivo misterioso e irraccontabile.
Il detective è ossessionato dalle parole del serial killer che sta cercando, un uomo soprannominato Dostoevskij, tanto feroce quanto raffinato nelle lettere che lascia sulle scene del crimine. Il cast include anche Gabriel Montesi e Federico Vanni.
L’ispirazione Letteraria e il Futuro dei Registi
I fratelli D’Innocenzo dichiarano di essere “i primi ad essere ultimi l’uno per l’altro”, sempre attratti dalle storie di disadattati e “randagi”, dove la spontaneità è maggiore e “ci sono meno apparati che appartengono alla finzione”.
Riguardo al loro futuro, i registi affermano che non è detto che continueranno a lavorare nel cinema, ma se nuovi progetti li ossessioneranno, saranno pronti a intraprendere nuovi percorsi. Tra le opere letterarie che potrebbero diventare film, citano “Petrolio” di Pier Paolo Pasolini, “Dissipatio H.G.” di Guido Morselli e “Canti del Caos” di Antonio Moresco, tutti libri che, secondo loro, trattano temi a loro cari come “gli ultimi, i poveri, quelli che non sono stati capiti”.
Un Cinema di Profonda Sensibilità
I fratelli D’Innocenzo dimostrano di avere una sensibilità particolare per le storie di emarginazione e di dolore, e “Dostoevskij” sembra essere un’ulteriore conferma di questa tendenza. La scelta di un litorale laziale che ricorda l’Alabama è interessante, perché suggerisce un’ambientazione isolata e quasi surreale, che ben si adatta all’atmosfera cupa e lisergica della serie. Sarà interessante vedere come il loro cinema si evolverà in futuro, e se sapranno mantenere la loro peculiare sensibilità per le storie di “ultimi”.