Un’ingiusta accusa e un periodo di detenzione difficile
Ernest Dan Azobor, originario della Nigeria, è giunto in Italia in fuga da una situazione di persecuzione nel suo paese d’origine. Purtroppo, pochi mesi dopo il suo arrivo, è stato arrestato a seguito di un’accusa di furto, presentata da una donna con cui aveva una relazione, accusa poi rivelatasi infondata. Le forze dell’ordine hanno trovato in suo possesso documenti falsi, il che ha contribuito al suo ingresso nel carcere di Forlì, dove è stato detenuto per sei mesi.
“Sono stati mesi difficilissimi, in quel periodo ho anche subito abusi. È un ricordo con il quale sto ancora cercando di fare i conti, ma non è facile”, ha raccontato Ernest, partecipando alla maratona contro i suicidi in carcere organizzata dalla Camera Penale di Bologna. Durante la sua detenzione, l’uomo ha anche tentato il suicidio, segno della profonda sofferenza che ha attraversato.
La rinascita grazie all’incontro con un avvocato
La svolta nella vita di Ernest è arrivata con l’incontro con l’avvocato Luca Sebastiani. Grazie al suo supporto legale, Ernest è stato assolto dalle accuse e ha finalmente ritrovato la libertà. La sua storia, narrata anche da Daria Bignardi nel libro ‘Ogni prigione è un’isola’, parla di una rinascita personale.
Nonostante il periodo buio trascorso in carcere, Ernest non si è arreso. In Nigeria aveva già conseguito una laurea in Comunicazione e, una volta uscito di prigione, è riuscito a laurearsi anche all’Università di Siena. “Quando sono uscito dal carcere c’era il Covid – racconta – ma mi sono laureato e adesso ho anche scritto un libro, dal titolo ‘Pariah’ (per il momento solo in versione ebook, ndr.) che racconta dell’Africa”
Un monito sulla realtà delle carceri
“È una vicenda che merita essere raccontata e ringrazio Ernest per aver trovato il coraggio e la forza di farlo”, ha commentato l’avvocato Luca Sebastiani. “La sua testimonianza però è importante, soprattutto in una giornata come questa: in carcere si muore e di carcere si muore, come purtroppo i dati ci dimostrano e non possiamo più fare finta di niente”
Le parole dell’avvocato sottolineano la gravità della situazione nelle carceri italiane, dove il suicidio rappresenta un problema serio e ricorrente. La storia di Ernest, pur nella sua drammaticità, diventa un monito per riflettere sulle condizioni di vita all’interno delle carceri e sulla necessità di interventi concreti per migliorare la situazione.
La resilienza umana e la ricerca della giustizia
La storia di Ernest è un esempio di resilienza umana e di come, anche dopo aver attraversato un periodo di grande sofferenza, sia possibile trovare la forza di rialzarsi e di ricostruire la propria vita. La sua vicenda mette in luce anche l’importanza della giustizia e del supporto legale, che possono fare la differenza nella vita di persone accusate ingiustamente o che si trovano in situazioni difficili.