Un infortunio sul lavoro e un tentativo di depistaggio
Il 13 ottobre 2021, un’operaia in prova da pochi giorni in un’azienda metalmeccanica di Druento (Torino) è caduta da un’altezza di quattro metri riportando gravi ferite. La prima versione dell’incidente fornita ai tecnici dello Spresal ha parlato di un’operaia svenuta, e si è appreso che, in attesa dei soccorsi, qualcuno ha rimosso il sangue dal luogo dell’incidente.La vicenda è stata processata a Torino, con l’amministratrice di fatto dell’azienda accusata di lesioni e violazioni in materia di prevenzione dei rischi. L’imputata, inizialmente, ha fornito una versione dell’incidente che si è poi rivelata falsa, ammettendo successivamente che si era trattato di un incidente a cui non aveva assistito.
Le condanne e le reazioni
Il processo si è concluso con la condanna dell’amministratrice di fatto dell’azienda a tre mesi di reclusione per le lesioni e undici mesi di arresto per le violazioni in materia di prevenzione dei rischi. L’azienda è stata condannata come persona giuridica a una multa di 30mila euro. La posizione dell’amministratore ufficiale è stata invece archiviata, considerato un semplice prestanome.Il pubblico ministero ha parlato di un iniziale tentativo di depistare le indagini, mentre l’avvocato difensore ha sostenuto che la prima reazione dell’imputata è stata sbagliata ma successivamente corretta. Riguardo al sangue rimosso, la difesa ha spiegato che la sua rimozione è stata dettata da un’errata valutazione della situazione, ma che l’ambulanza è stata chiamata immediatamente e tutti i presenti si sono occupati dell’operaia.
Il danno non risarcito e le parole del padre
L’operaia, costituitasi parte civile nel processo, ha riportato un’invalidità di 90 giorni e ha subito un periodo di immobilità di 4 mesi. Il suo avvocato ha sottolineato che il danno non è stato ancora risarcito e che non ha ricevuto alcuna telefonata dall’azienda per sapere come stesse.La giudice ha riconosciuto una provvisionale di 10mila euro all’operaia. Il padre della lavoratrice, intervistato dall’ANSA, ha espresso amarezza per la situazione, sottolineando la frequenza degli incidenti mortali sul lavoro in Italia e la tendenza degli imprenditori a cavarsela sempre.
Riflessioni sull’incidente e sulla giustizia
L’incidente di Druento evidenzia ancora una volta la fragilità dei lavoratori e la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro. Il tentativo di depistaggio, se confermato, è un fatto grave che dimostra come in alcuni casi la verità venga sacrificata per proteggere interessi economici. La condanna dell’amministratrice di fatto, pur non potendo rimediare al danno subito dall’operaia, rappresenta un segnale importante per la giustizia e per la prevenzione di futuri incidenti.