Richiesta di Referendum sull’Autonomia Differenziata
Un gruppo di 34 organizzazioni, composto da partiti politici, sindacati e associazioni, ha presentato in Corte di Cassazione una richiesta di referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata, la legge n. 86 del 26 giugno 2024.
Il quesito referendario, presentato dai rappresentanti delle sigle, chiede esplicitamente: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”
Per abrogare la riforma, quindi, i cittadini dovrebbero rispondere “Sì” al quesito referendario.
Le Sigle Promotrici del Referendum
Tra le sigle che hanno presentato la richiesta di referendum figurano diversi partiti politici, tra cui il Partito Democratico (Pd), il Movimento 5 Stelle (M5s), i Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva (Iv), +Europa e il Partito della Rifondazione Comunista.
Oltre ai partiti, si sono uniti alla richiesta anche sindacati come la Cgil e la Uil, e associazioni come l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), l’Associazione per la Ricerca e la Cultura (Arci) e il World Wide Fund for Nature (Wwf).
Implicazioni del Referendum
La richiesta di referendum sull’Autonomia differenziata rappresenta un momento significativo nel dibattito politico italiano. L’esito del referendum, se dovesse essere autorizzato, potrebbe avere importanti implicazioni per il futuro del sistema federale italiano, influenzando il rapporto tra Stato e Regioni e le competenze di ciascuna istituzione.