Landini denuncia lo sfruttamento del lavoro in Italia
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha lanciato un duro attacco al fenomeno del lavoro nero in Italia durante una manifestazione contro il caporalato a Latina. Secondo Landini, ben 3 milioni di persone sarebbero costrette a lavorare in nero in tutto il Paese, non solo nel settore agricolo.
“È ora di dire basta, è ora che i governi, le istituzioni ad ogni livello, tutti smettano di fare gli struzzi e di cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema“, ha dichiarato Landini, sottolineando l’urgenza di un intervento deciso per contrastare lo sfruttamento del lavoro.
Critiche al numero di ispettori del lavoro
Landini ha criticato l’insufficienza degli ispettori del lavoro, affermando che “il numero degli ispettori è bassissimo. Possono controllare un’azienda ogni 16 anni“. Ha inoltre espresso dubbi sull’efficacia dell’annuncio del governo Meloni di 1.600 ispettori in più, sostenendo che “sono tre anni che girano, non sono sufficienti perché in questi anni hanno continuato a tagliare“.
Manifestazione in memoria di Satnam Singh
La manifestazione “Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide” è stata organizzata dalla Cgil in memoria del bracciante indiano Satnam Singh, deceduto in circostanze ancora da chiarire. All’evento hanno partecipato anche il leader del M5S Giuseppe Conte e la sindaca di Latina Matilde Celentano.
La lotta contro il caporalato: un impegno urgente
Le parole di Landini suonano come un allarme forte e chiaro: lo sfruttamento del lavoro in Italia è un problema dilagante che richiede un’azione immediata e incisiva da parte delle istituzioni. La morte di Satnam Singh è un tragico monito che ci ricorda il costo umano di un sistema che si basa sullo sfruttamento e sulla precarietà. È necessario un impegno concreto per contrastare il caporalato, garantendo ai lavoratori i loro diritti e condizioni di lavoro dignitose.