Un viaggio interiore alla ricerca di se stessi
“Tangerinn”, il romanzo di Emanuela Anechoum, è un viaggio introspettivo che accompagna la protagonista, Mina, alla scoperta di se stessa e delle proprie radici. Il romanzo si apre con un insegnamento del padre Omar, ormai scomparso, che invita Mina a non fuggire da qualcosa, ma a correre verso ciò che la appaga, verso la propria autenticità. Questo insegnamento diventa un filo conduttore per Mina, che si ritrova a navigare tra il suo passato in Calabria, la sua esperienza a Londra e la ricerca delle origini paterne in Marocco.
Mina, dopo la morte del padre, si ritrova a ripercorrere la loro storia, confrontandosi con il suo sradicamento e con il senso di appartenenza che ha sempre cercato. Il suo viaggio la porta a Londra, dove si illude di trovare la libertà, ma finisce per dipendere da Liz, una digital activist di successo, scoprendo così i limiti di una libertà che si rivela illusoria. Il confronto con la sorella Aisha, rimasta in Calabria, le fa comprendere che la libertà è spesso una scelta di gabbie, e che la vera sfida sta nel saper scegliere.
Un ritorno alle origini e il confronto con il passato
Il ritorno di Mina in Calabria, in occasione dei funerali del padre, rappresenta un momento di confronto con il passato e con le sue origini. Il bar “Tangerinn”, aperto dal padre sulla spiaggia e frequentato da immigrati, diventa un simbolo del suo passato e del suo legame con la terra d’origine. Mina, pur non amando il paese, si ritrova a sentirsi parte di quel luogo, ripercorrendo i ricordi e le relazioni con i suoi familiari, tra cui la madre Berta, donna capricciosa e dal passato tormentato, e le sue zie, donne orfane e isolate.
Il romanzo si snoda tra passato e presente, con Mina che ripercorre la storia della sua famiglia, confrontandosi con le loro storie di immigrazione, di sradicamento e di ricerca di un senso di appartenenza. La figura paterna, pur assente fisicamente, rimane un’ombra ingombrante che accompagna Mina nel suo viaggio interiore, mentre lei cerca di dare un senso alla sua vita e alle sue scelte.
Un intreccio di storie e di personaggi
“Tangerinn” è un romanzo ricco di personaggi e di storie intrecciate. Oltre a Mina e alla sua famiglia, incontriamo Rashid, un vecchio amico del padre di Mina, che le racconta del disagio del padre e del segreto della felicità nell’accontentarsi. Incontriamo anche Nazim, un turco che collabora con Medici Senza Frontiere, che attrae Mina ma che non vuole legarsi, cosa che a lei va bene.
La sorella Aisha, che rappresenta un punto di riferimento per Mina, la consola dicendole che nessuno ha mai insegnato loro a desiderare davvero, ma solo a desiderare ciò che gli altri si aspettano. Attraverso i dialoghi e le relazioni tra i personaggi, Anechoum esplora temi come lo sradicamento, la diversità, i contrasti religiosi, mostrando la complessità delle relazioni umane e la ricerca di un senso di appartenenza in un mondo in continuo movimento.
Un romanzo di grande sensibilità e maturità
“Tangerinn” è un romanzo che colpisce per la sua sensibilità e la sua maturità. Anechoum dimostra una grande capacità di scrittura e di costruzione narrativa, riuscendo a intrecciare diverse storie e personaggi in un racconto coinvolgente e ricco di sfumature. Il romanzo affronta temi complessi come lo sradicamento, la diversità e la ricerca di un senso di appartenenza con grande delicatezza e profondità, mostrando una sensibilità particolare per le emozioni e le fragilità dei suoi personaggi.