La richiesta del pm
Il pubblico ministero di Milano, Giancarla Serafini, ha richiesto una pena di 10 mesi di reclusione per uno dei cinque agenti coinvolti nell’aggressione a una donna transessuale di 42 anni avvenuta a Milano nel maggio del 2023. L’agente, unico ad aver scelto il rito abbreviato, sarebbe stato responsabile di aver colpito la donna con calci e manganellate, anche in testa, secondo quanto emerso dalle indagini.
La scena ripresa e diffusa sui social
L’aggressione, che ha visto la donna immobilizzata tramite spray al peperoncino, è stata ripresa da alcuni studenti universitari affacciati alla finestra e successivamente postata sui social network. Le immagini hanno contribuito a far luce sull’accaduto e hanno suscitato un’ondata di indignazione pubblica.
La sentenza attesa a luglio
La sentenza del processo a carico dell’agente è prevista per il prossimo 5 luglio, quando il gup Patrizia Nobile dovrà pronunciarsi sulla richiesta del pm. Nello stesso giorno, il gup dovrà anche decidere sul rinvio a giudizio degli altri quattro agenti e della donna transessuale, accusata di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, rifiuto di indicazione della propria identità e ricettazione per una tessera per i trasporti pubblici trovata addosso.
Considerazioni
Il caso solleva importanti questioni riguardo all’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e al trattamento delle persone transgender. La richiesta di condanna per l’agente rappresenta un passo importante per accertare eventuali responsabilità e garantire giustizia alla vittima. Tuttavia, il processo è ancora in corso e sarà necessario attendere la sentenza finale per avere un quadro completo della vicenda.