‘Phos’ al teatro di Segesta: il fuoco come protagonista
Lo spettacolo “Phos, io sono il fuoco”, andato in scena il 1° luglio al teatro di Segesta, ha portato in scena una narrazione di 21 minuti incentrata sul fuoco, ispirata alla mitologia greca. Le colonne del tempio dorico sono state utilizzate come tela per un suggestivo videomapping che ha animato le immagini di Prometeo e Fetonte, con la voce di Dario Muratore che ha interpretato il fuoco.
Lo spettacolo, ideato da “Odd agency” in collaborazione con il parco archeologico e Coopculture, si è svolto all’interno del tempio che lo scorso luglio è stato colpito da un incendio che ha devastato l’intero parco. Il direttore del parco, Luigi Biondo, ha sottolineato come lo spettacolo sia un simbolo di resilienza e cura, un modo per rispondere alla devastazione con arte e bellezza.
Un’esperienza immersiva tra storia e tecnologia
Il videomapping, realizzato con tre proiettori, ha creato un’atmosfera immersiva, proiettando immagini animate sulle colonne e sui capitelli del tempio. La narrazione, affidata a Dario Muratore, ha esplorato il fuoco come talento dell’umanità, donato da Prometeo, ma anche come forza distruttiva quando utilizzata in modo sconsiderato.
“Phos” è stato definito una fiaba che appassiona grandi e piccoli, con l’obiettivo di portare le persone in luoghi culturali che altrimenti non visiterebbero, come ha spiegato Luca Pintacuda, direttore artistico dello spettacolo.
Un omaggio al parco ferito
Lo spettacolo è stato interpretato anche come un omaggio al parco archeologico di Segesta, ancora segnato dall’incendio di un anno fa. Le zone bruciate sono visibili durante il giorno, mentre di notte il buio ne nasconde le ferite. Il fuoco, attraverso il videomapping, è diventato un monito contro la violenza, sia contro l’uomo che contro la natura.
“Nei nostri occhi c’è ancora quello scenario apocalittico di un anno fa”, ha dichiarato il direttore Biondo, “ma stasera questo spettacolo ci ha ricordato il valore del fuoco, monito contro ogni violenza”.
L’arte come strumento di resilienza
‘Phos, io sono il fuoco’ rappresenta un esempio di come l’arte possa essere utilizzata come strumento di resilienza e di riappropriazione di un luogo segnato da un evento tragico. Lo spettacolo, con la sua bellezza e la sua capacità di evocare emozioni, ha contribuito a riportare l’attenzione sul valore del patrimonio culturale e sulla necessità di preservarlo, anche dopo un evento devastante come l’incendio del parco di Segesta.