Un decreto per l’umanizzazione del carcere
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto, denominato “Carcere sicuro”, che si propone di affrontare la situazione di emergenza negli istituti penitenziari italiani, caratterizzati da sovraffollamento e da un numero di suicidi in aumento nel 2024. Il provvedimento mira a semplificare le procedure burocratiche all’interno del sistema carcerario e ad umanizzare gli istituti, garantendo anche l’alternatività della pena in comunità.
Al centro del decreto c’è l’istituzione di un albo di comunità che accoglieranno alcune tipologie di reclusi, come coloro che hanno un residuo di pena basso, i tossicodipendenti e i condannati per determinati reati, consentendo loro di scontare la parte finale della loro condanna in un ambiente comunitario.
Semplificazione delle procedure e misure alternative
Il decreto prevede la semplificazione e lo snellimento delle procedure per la concessione della liberazione anticipata e delle misure alternative alla detenzione, che potrebbero diventare automatiche. Il magistrato di sorveglianza avrà il potere di decidere in modo definitivo e più rapido sulle misure alternative, senza dover passare per il tribunale collegiale.
Secondo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, questa misura rappresenta un passo importante verso l’umanizzazione carceraria e il reinserimento sociale dei detenuti, contribuendo anche ad alleviare il problema del sovraffollamento carcerario.
Misure per migliorare la comunicazione e il benessere dei detenuti
Il decreto prevede anche un aumento del numero di telefonate consentite ai detenuti, passando da 4 a 6 al mese, con la possibilità di ulteriori incrementi. L’obiettivo è quello di favorire una comunicazione più elastica e frequente con le famiglie, contribuendo al benessere psicologico dei detenuti.
Restrizioni per mafiosi e terroristi
Il decreto introduce modifiche al regime detentivo differenziato del 41 bis, escludendo i detenuti sottoposti a questo regime dall’accesso ai programmi di giustizia riparativa. L’obiettivo è quello di stringere le maglie su mafiosi e terroristi.
Altri provvedimenti del decreto
Il decreto prevede inoltre l’assunzione di mille agenti di polizia penitenziaria e l’incremento del numero di dirigenti penitenziari, con modifiche alla loro formazione. Il provvedimento prevede anche lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del Tribunale per le famiglie, a causa di una mancanza di copertura finanziaria.
Secondo il governo, il decreto non si propone di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario in modo immediato, ma di contribuire ad alleviarlo attraverso misure mirate e un’azione di lungo periodo.
Un passo verso l’umanizzazione del sistema carcerario?
Il decreto ‘Carcere sicuro’ si presenta come un tentativo di rispondere alla complessa situazione del sistema carcerario italiano, puntando su una maggiore umanizzazione e semplificazione delle procedure. L’istituzione di un albo di comunità per l’esecuzione della pena e la semplificazione delle procedure per la liberazione anticipata potrebbero rappresentare un passo avanti verso un sistema più equo e rieducativo. Tuttavia, è importante valutare attentamente l’effettiva efficacia di queste misure e garantire che siano implementate in modo efficace e che non si traducano in una semplice riduzione dei tempi di detenzione senza un reale supporto al reinserimento sociale dei detenuti.