Stop alle rinnovabili in Sardegna per 18 mesi
Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato una norma che blocca per 18 mesi la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, inclusi quelli eolici e fotovoltaici, su tutto il territorio regionale. La legge, sostenuta dalla giunta di Alessandra Todde, è stata approvata con 32 voti favorevoli, 21 astensioni e un voto contrario, proveniente dalla Lega.La norma, definita “transitoria e di emergenza” dalla maggioranza, mira a consentire alla Regione di pianificare il futuro energetico della Sardegna e di definire le aree idonee per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile. L’obiettivo è quello di evitare che la produzione di energia rinnovabile venga gestita da multinazionali a scapito dell’isola, come sostengono i promotori della legge.
Le critiche dell’opposizione
L’opposizione, pur riconoscendo la pressione mediatica e dei comitati territoriali contro la speculazione, non condivide alcune delle proposte della legge, definite “sostanziali e migliorative del testo”. Fausto Piga (Fdi) ha definito la norma “debole, non efficace e ad alto rischio incostituzionalità”, accusando la maggioranza di non aver ascoltato abbastanza i comitati e i territori.
Obiettivi della legge e modifiche apportate
La legge, definita “Salva Sardegna” dalla maggioranza, intende garantire che lo sviluppo e la realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili, “imprescindibili nell’ottica della decarbonizzazione e della transizione energetica, avvenga nell’ambito della tutela e della salvaguardia dell’ambiente”.Tra le modifiche apportate alla legge, su proposta dell’opposizione e accolte dalla maggioranza, c’è la deroga al divieto di installazione per gli impianti agrivoltaici con altezza minima di due metri dal suolo e dimensione massima di 10 mw.
Imposta di produzione di energia rinnovabile
Un ordine del giorno, condiviso all’unanimità da entrambi gli schieramenti, impegna la giunta a valutare la fattibilità dell’istituzione dell’imposta di produzione energia da fonti rinnovabili “per tutti gli impianti che vengono realizzati nel territorio regionale o in aree marine adiacenti anche se in acque internazionali”, come proposto dal capogruppo di Alleanza Sardegna, Franco Mula.
Un provvedimento controverso
La legge ‘Salva Sardegna’ si presenta come un provvedimento controverso, che mira a tutelare l’ambiente e l’identità dell’isola, ma che potrebbe rallentare la transizione energetica della regione. La sospensione degli impianti di energia rinnovabile per 18 mesi potrebbe generare incertezze e rallentare gli investimenti nel settore, con potenziali ripercussioni negative sull’economia e sull’ambiente. Sarà interessante osservare come la Regione Sardegna pianificherà il suo futuro energetico in questi 18 mesi e quali saranno le misure adottate per garantire uno sviluppo sostenibile e un’effettiva transizione energetica.