Richiesta di rimozione dei mosaici
Laura Sgrò, legale di cinque presunte vittime di abusi da parte del religioso e mosaicista padre Marko Rupnik, ha inviato una lettera a diversi vescovi del mondo chiedendo la rimozione dei mosaici realizzati da Rupnik dalle sedi ecclesiali.
Nella lettera, Sgrò sostiene che l’esposizione dei mosaici in luoghi di culto sarebbe “inappropriata” e ritraumatizzante per le vittime, le quali “quotidianamente devono confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno arrecato loro”.
Accuse di molestie durante la realizzazione dei mosaici
Secondo la legale, sarebbero emerse testimonianze di molestie sessuali avvenute durante la realizzazione di alcuni mosaici. In particolare, una suora avrebbe subito molestie sessuali sulle impalcature mentre partecipava alla messa in opera di un mosaico. Altre suore avrebbero invece raccontato di aver fatto da modelle per le opere di Rupnik, anch’esse esposte in luoghi sacri, subendo abusi durante le pose.
Dibattito etico e artistico
La richiesta di rimozione dei mosaici solleva un dibattito complesso che coinvolge questioni etiche e artistiche. Da un lato, è comprensibile il dolore e la sofferenza delle presunte vittime, che potrebbero essere rievocati dalla presenza delle opere di Rupnik in luoghi sacri. Dall’altro, la rimozione delle opere potrebbe essere interpretata come una censura artistica, soprattutto se si considera il valore artistico dei mosaici. Trovare un equilibrio tra il rispetto per le vittime e la tutela del patrimonio artistico rappresenta una sfida importante.