Il tragico deragliamento e l’esplosione
Era la notte del 29 giugno 2009, alle 23.49, quando un treno merci composto da 14 vagoni carichi di gas gpl deragliò nei pressi della stazione ferroviaria di Viareggio. L’incidente ha visto il rovesciamento su un fianco di una delle cisterne contenenti il materiale infiammabile, provocando una violenta esplosione. Le fiamme si sono propagate rapidamente, avvolgendo la stazione e le aree circostanti.
L’onda d’urto generata dall’esplosione ha causato il crollo di due palazzine e ha danneggiato gravemente altre cinque, mentre le fiamme hanno distrutto case, auto e hanno colpito persone per centinaia di metri. Il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, ha descritto la scena come “un’apocalisse” in un messaggio diffuso sul web.
Le vittime e le conseguenze
La tragedia ha causato la morte di 32 persone e il ferimento di un centinaio di persone. Nelle prime ore successive all’incidente, oltre 1.000 persone sono state evacuate e alcune sono state ospitate negli alberghi della zona.
Il giorno successivo, il 30 giugno, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è recato a Viareggio, accolto da fischi e applausi. Ha dichiarato che il governo avrebbe decretato lo stato d’emergenza per la città, definendo l’accaduto “grave e sconvolgente”
Un evento tragico e le sue conseguenze
La tragedia di Viareggio è stata un evento terribile che ha lasciato un profondo segno nella città e nelle vite delle persone colpite. L’incidente ha sollevato importanti questioni sulla sicurezza ferroviaria e sulla gestione dei trasporti di materiali pericolosi. Le indagini successive hanno cercato di individuare le cause dell’incidente e di assegnare responsabilità, con un lungo processo giudiziario che ha visto diverse sentenze e appelli.