“Portrait”: un’opera che celebra la diversità
Il Festival dei Due Mondi si appresta ad accogliere, sabato 29 e domenica 30 giugno alle ore 21.00 al Teatro Romano, il nuovo lavoro del coreografo francese di origine algerina Mehdi Kerkouche, intitolato “Portrait”.
Kerkouche, direttore del Centre Chorégraphique Nationale de Créteil et du Val-de-Marne dal 2023, vanta un’esperienza variegata che spazia dalla televisione al mondo del musical, dal cinema alla moda. La sua passione per la danza nasce da bambino, imitando i video di Michael Jackson, Prince e Britney Spears, e si nutre di un costante dialogo tra la cultura araba e quella francese.
“Nella mia infanzia c’era molta più tolleranza per la diversità rispetto alla società di oggi”, afferma Kerkouche, evidenziando come la coesistenza di culture diverse fosse più naturale nei quartieri periferici dove è cresciuto. Questa doppia cultura, secondo il coreografo, rappresenta una grande ricchezza che continua ad ispirare le sue creazioni.
“Portrait” si avvale di una compagnia di danzatori e danzatrici dai 20 ai 67 anni, con esperienze che vanno dall’hip hop allo street jazz, dal cabaret al circo contemporaneo. La diversità è al centro dell’opera, che esplora le relazioni umane attraverso un gruppo di persone che non si sono scelte, ma che formano un insieme in cui le emozioni si evolvono continuamente.
La danza come linguaggio universale
Per Kerkouche, la danza è un linguaggio universale che può toccare tutti, indipendentemente dal livello di conoscenza del pubblico. “Il ballo appartiene ai momenti più belli della vita: feste, nozze, celebrazioni”, spiega, sottolineando la capacità della danza di connettersi con le emozioni umane.
In qualità di direttore del Centro Coreografico Nazionale di Créteil, Kerkouche si impegna a creare un ponte tra diversi generi di danza, sfidando la segmentazione che caratterizza il sistema della danza in Francia. Il suo obiettivo è quello di creare uno spazio inclusivo che abbracci il contemporaneo, il balletto, il flamenco, la danza di strada e molto altro, coinvolgendo luoghi diversi, dai musei al circo contemporaneo.
Un’opera che promuove l’inclusione e il dialogo
“Portrait” si presenta come un’opera che celebra la diversità e l’inclusione, unendo danzatori di diverse età, provenienze e stili di danza. Questo lavoro di Kerkouche sembra riflettere un’esigenza di dialogo interculturale e di superamento delle barriere che spesso dividono la società. La danza diventa così uno strumento di unione e di espressione di esperienze e identità diverse.