Ščerbakova: “Putin ha già perso la guerra”
Irina Ščerbakova, Premio Nobel per la Pace 2022, storica e fondatrice dell’organizzazione Memorial, ha espresso la sua convinzione che la Russia non vincerà la guerra contro l’Ucraina. Durante un incontro con la stampa a Lignano (Udine), dove ha ricevuto il Premio Hemingway 2024, Ščerbakova ha dichiarato che “quello che Putin aveva immaginato non si realizzerà” e che il presidente russo “ha già perso”.
Secondo la storica, l’Ucraina potrebbe essere costretta a partecipare a negoziati, ma solo da una posizione di forza, ottenibile grazie al sostegno continuo dell’Occidente. “Non può più accadere che i Paesi europei, e gli Usa si sottraggano a questa responsabilità, devono continuare a sostenere l’Ucraina con l’invio delle armi”, ha sottolineato Ščerbakova.
Il sostegno all’Ucraina come difesa della democrazia
La storica ha sottolineato che una sconfitta dell’Ucraina non sarebbe solo una sconfitta per il Paese, ma anche per il concetto di democrazia. “Ora abbiamo tutti ben chiaro chi è Putin, cosa simboleggia, con il suo esercito, non possiamo concedergli più nulla”, ha affermato.
Ščerbakova ha espresso apprezzamento per l’unità dimostrata dall’Europa nel sostegno all’Ucraina, sostenendo che Putin “ha paura di un’Europa unita” e che le minacce nucleari sono un segno di debolezza.
Il Premio Hemingway e il futuro
Ščerbakova si è detta onorata del Premio Hemingway, sottolineando l’importanza delle iniziative culturali italiane, di cui la Russia era ricca “prima di prendere con Putin un’altra strada”.
La storica ha partecipato a un incontro con 100 giovani coinvolti nel tavolo della pace organizzato dal G7 Young a Lignano, in concomitanza con il G7 Istruzione a Trieste. Domani riceverà il premio insieme ad altri premiati, tra cui lo scrittore Benjamin Labatut, lo psichiatra Vittorino Andreoli e il fisico Vincenzo Schettini.
L’importanza del sostegno internazionale all’Ucraina
Le parole di Ščerbakova sottolineano l’importanza del sostegno internazionale all’Ucraina, non solo per la sua difesa militare, ma anche per la salvaguardia dei valori democratici. La storica evidenzia come una sconfitta dell’Ucraina rappresenterebbe una minaccia per la democrazia in generale, ribadendo la necessità di un impegno costante da parte dell’Occidente.