Un augurio latino dal passato
L’antico augurio latino “hic et ubique”, che significa “qui e ovunque”, è stato ritrovato inciso su graffiti a Pompei, in particolare nel “salone nero” e in alcuni ambienti adiacenti della Regio IX, insula 10. La scoperta è stata pubblicata sull’E-Journal degli scavi, frutto di indagini archeologiche nell’ambito di un progetto di tutela e messa in sicurezza del sito.Tra i graffiti, sono state individuate iscrizioni, firme autografe e nomi dipinti, tra cui quelli di Elena e Paride, accompagnati da rappresentazioni in greco. Sono stati identificati anche i nomi di Pudens, Vesbinus e Valerius, oltre a un saluto rivolto a Silvanus e tracce di un nome parziale, Modest-.
‘Hic et ubique’ e il legame con Shakespeare
L’espressione “hic et ubique” è stata riconosciuta come una formula ricorrente nelle iscrizioni pompeiane, e secondo gli studiosi, questa frase avrebbe attraversato i secoli, trovando eco nell’opera di Shakespeare. L’articolo dell’E-Journal, redatto da Maria Chiara Scappaticcio, docente di lingua e letteratura latina all’Università Federico II di Napoli, e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei, evidenzia che l’augurio “hic et ubique” compare nella battuta pronunciata dall’Amleto shakespeariano rivolgendosi al fantasma del padre. Questo collegamento suggerisce un’affascinante continuità tra la cultura romana e la letteratura inglese, attraverso una frase che ha attraversato il tempo e le culture.
Un ponte tra epoche e culture
La scoperta di “hic et ubique” a Pompei, con il suo legame con Shakespeare, testimonia la profonda influenza della cultura classica sulla letteratura e la cultura occidentale. Questa frase, con il suo significato di prosperità e benessere universale, ci ricorda come alcuni concetti e espressioni possano trascendere il tempo e le barriere culturali, creando un ponte tra epoche diverse.