Proteste a Trieste contro il G7 Istruzione
Il primo giorno del G7 Istruzione a Trieste è stato caratterizzato da una mobilitazione di sindacati e insegnanti, che hanno organizzato una protesta definendo l’evento "il G7 della (d)istruzione". I manifestanti hanno espresso forti critiche nei confronti delle politiche attuali in materia di istruzione, ritenendole inadeguate per il presente e il futuro della scuola.
Critiche alle politiche educative e richieste di una scuola libera
Secondo Davide Zotti, di Cobas Scuola Trieste-Gorizia, il vertice del G7 è incentrato sull’idea di un’istruzione come strumento per l’inserimento nel mercato del lavoro, rispondendo alle esigenze delle aziende. Zotti ha dichiarato: "Noi vogliamo invece una scuola libera da queste logiche. In più, parlando del lavoro, il G7 non affronta uno dei temi più importanti in questo contesto, quello della sicurezza".
Criticità strutturali nelle scuole del territorio
Zotti ha evidenziato anche le criticità a livello locale, sottolineando lo stato precario delle strutture scolastiche del territorio: "Le criticità sono tante anche a livello locale, pensiamo alle strutture che qui sono vecchie, mal tenute e insufficienti, oltre al problema delle classi pollaio, sovraffollate. Come si può garantire un’istruzione adeguata in questo modo?"
L’istruzione come strumento di emancipazione
La protesta a Trieste solleva un punto cruciale: la scuola deve essere un luogo di apprendimento e crescita personale, non un semplice strumento per il mercato del lavoro. È necessario un dibattito pubblico sull’obiettivo dell’istruzione, che dovrebbe puntare all’emancipazione individuale e sociale, alla formazione di cittadini critici e consapevoli, piuttosto che a rispondere esclusivamente alle esigenze del mercato.