Accuse di “autogolpe” e scuse alla comunità internazionale
L’ex presidente boliviano Evo Morales ha accusato il presidente Luis Arce di aver orchestrato un “autogolpe” in Bolivia, cambiando completamente la sua posizione iniziale sul sollevamento militare avvenuto a La Paz. Attraverso un messaggio sul suo profilo X, Morales ha dichiarato che Arce avrebbe “ingannato e mentito al popolo boliviano e al mondo”, definendo “un peccato” l’utilizzo di un “argomento così delicato come la denuncia di un colpo di stato”.
Morales ha inoltre presentato le sue scuse alla comunità internazionale per l’allarme generato dalla sua precedente mobilitazione antigovernativa, ringraziando per la solidarietà ricevuta dal Paese. Ha richiesto un’indagine completa e indipendente per chiarire la verità dei fatti.
Informazioni “importanti” e dubbi sull’accaduto
In una intervista rilasciata a radio Kawsachun Coca, Morales ha spiegato che la sua opinione è cambiata dopo aver ricevuto “importanti informazioni”. Inizialmente, ha dichiarato, credeva che si trattasse di un colpo di stato, ma ora dubita, ritenendo che l’accaduto assomigli di più ad un “autogolpe”.
La risposta del governo e le accuse a Morales
Il presidente Arce non ha risposto direttamente alle accuse di Morales, ma la ministra della presidenza, María Nela Prada, ha smentito le dichiarazioni dell’ex presidente, affermando che Morales ha sposato la tesi di un “autogolpe” formulata dall’ex generale golpista Juan José Zúñiga e dalla destra fascista boliviana.
Le implicazioni politiche della svolta di Morales
La dichiarazione di Morales rappresenta una svolta significativa nel panorama politico boliviano, alimentando ulteriori tensioni tra l’ex presidente e l’attuale governo. Le accuse di “autogolpe” potrebbero innescare nuove proteste e alimentare l’instabilità politica nel Paese. Sarà interessante osservare come si svilupperà la situazione e se l’indagine richiesta da Morales porterà alla luce nuove informazioni sul sollevamento militare.