Un viaggio in Sardegna sulle orme di Faber
Il viaggio di Leonardo Metalli per il docufilm su Francesco De André, in onda su Rai 1 a ottobre, inizia dalla Sardegna, terra che ha accolto il cantautore genovese e che ha lasciato un’impronta profonda sulla sua vita e sulla sua produzione artistica. Il documentario, che celebra il 25° anniversario della scomparsa di Faber, si snoda tra parole, immagini, suoni e visioni, offrendo uno sguardo originale sul grande artista.
Le riprese sono iniziate a Domus De Maria, al Chia Laguna, e proseguiranno in Gallura, terra che De André ha scelto come casa. Il documentario ripercorre la vita del cantautore attraverso interviste, testimonianze, scorci di paesaggi della Gallura, spezzoni di concerti, luoghi e personaggi, con l’obiettivo di far riaffiorare il legame profondo che univa Faber all’Isola e ai sardi.
Metalli ha lanciato un appello ai sardi per contribuire al documentario, invitandoli a condividere testimonianze, video, foto e racconti legati a De André.
Ricordi di un figlio e di un padre
Nel docufilm, Cristiano De André, figlio di Faber, racconta alcuni ricordi del padre, come il suo sogno di vederlo calciatore, sogno che si è infranto con una pallonata durante una partita, e un momento di grande complicità vissuto durante una battuta di pesca in cui hanno catturato un grande pesce.
Il documentario ripercorre anche la prima residenza di Faber in Sardegna, a Portobello, in Gallura, dove Cristiano da bambino ha assistito alla creazione delle prime note di “Buonanotte Fiorellino” da parte di Francesco De Gregori e ha visto tanti amici artisti esibirsi in jam session nel soppalco della casa.
Aspetti inediti di Faber
Il documentario si sofferma su aspetti inediti della vita di Faber, come la sua vita da allevatore a l’Agnata, la sua dimora rifugio nell’entroterra gallurese, e la sua spiritualità e la sua tagliente ironia, che emergono da brani come “Quello che non ho”, “Dolcenera”, “Al ballo mascherato delle celebrità”, “Don Raffaè”, “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” e dalle interviste ad Antonio Ricci.
Il documentario include anche testimonianze di storici amici tempiesi di De André, come il commercialista Franco Macciocco, il fattore Filippo Mariotti e l’ingegnere Giuseppe Visicale, e il giornalista Mario Frongia che rievoca l’incontro tra De André e Gigi Riva.
L’Agnata: un cantiere artistico
Secondo Metalli, l’Agnata è stato un “luogo nascosto”, un cantiere artistico, un laboratorio fertile dove sono nate parole, note, immagini e visioni che hanno superato i confini di una terra che per Fabrizio De André dovrebbe coincidere con il Paradiso.
Un omaggio a Faber attraverso la Sardegna
Il docufilm di Leonardo Metalli si preannuncia come un omaggio profondo e coinvolgente a Francesco De André, che esplora il legame profondo del cantautore con la Sardegna, terra che ha amato e che ha contribuito a plasmare la sua arte. L’approccio del documentario, che si concentra sui luoghi e sulle persone che hanno fatto parte della vita di Faber in Sardegna, promette di offrire uno sguardo inedito e ricco di emozioni sull’artista.