La proposta di Sikorski
Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha proposto la confisca dei 300 miliardi di euro in beni sovrani russi congelati come strategia per “vincere il gioco dell’escalation” con la Russia. La proposta è stata avanzata durante una conferenza alla Ditchley Foundation nel Regno Unito e condivisa sul suo account X.
Sikorski ha sostenuto che il presidente russo Vladimir Putin ha già “cancellato” i beni congelati, non aspettandosi di riaverli indietro, ma che non crede che l’Occidente abbia la forza d’animo per appropriarsene. Secondo il ministro polacco, finora l’Occidente avrebbe dato ragione a Putin.
I beni russi congelati
I partner occidentali e gli alleati dell’Ucraina hanno congelato circa 300 miliardi di dollari in beni russi all’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel 2022. Circa due terzi di questi beni sono detenuti dalla società di servizi finanziari Euroclear, con sede in Belgio.
La posizione di Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva già espresso la necessità di un meccanismo per la confisca dei beni russi congelati il 13 giugno durante il G7. Zelensky aveva chiesto ai Paesi del G7 di collaborare con l’Ucraina per creare un sistema che permettesse di utilizzare questi fondi per la ricostruzione del Paese.
Le implicazioni legali e politiche
La proposta di Sikorski solleva questioni legali e politiche complesse. La confisca di beni sovrani potrebbe violare il diritto internazionale e potrebbe avere conseguenze imprevedibili sulle relazioni tra Russia e Occidente. Tuttavia, la proposta potrebbe essere vista come un modo per esercitare pressione sulla Russia e scoraggiare ulteriori azioni aggressive. È importante considerare attentamente le implicazioni di tale azione e valutare se i potenziali benefici superano i rischi.