L’Italia e la presidenza della Commissione Europea
Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, si prepara a partecipare alla nomina dei nuovi vertici dell’Unione Europea, con un occhio di riguardo alla riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea. Il vicepremier Antonio Tajani ha evocato la necessità di un “commissario di serie A” per l’Italia, anche se il governo non ha sostenuto i nomi proposti per i nuovi vertici Ue in Consiglio.
Secondo fonti vicine alla premier, Meloni non ha ancora svelato la sua strategia, che sarà definita in base agli eventi delle prossime settimane. Tuttavia, è chiaro che l’Italia intende far pesare la sua pattuglia all’Europarlamento.
La strada per la riconferma di von der Leyen appare piuttosto stretta, con 399 voti a suo favore (361 necessari), ma una percentuale significativa di franchi tiratori al Parlamento Europeo (circa il 10%). Le prossime settimane saranno dedicate a rafforzare il pacchetto di voti della presidente uscente, con un delicato esercizio di equilibrismo sui temi più caldi, come l’immigrazione e il green deal.
Scenari possibili e il ruolo della Francia
Secondo alcune analisi, un’apertura di von der Leyen ai Verdi potrebbe dividere il Partito Popolare Europeo (PPE), mentre un’apertura esplicita ai Conservatori, guidati da Meloni, potrebbe comportare la perdita del sostegno dei socialisti.
L’esito delle legislative francesi, dal quale Emmanuel Macron potrebbe uscire indebolito con una possibile “coabitazione” con la destra di Marine Le Pen, potrebbe avere un impatto significativo sulle nomine europee. In particolare, la nomina del commissario francese Thierry Breton potrebbe essere messa in discussione.
L’obiettivo italiano: un commissario di peso
L’Italia punta a ottenere un “commissario di serie A” con un portafoglio economico di peso, come indicato da Tajani. Il nome che circola è quello di Raffaele Fitto.
La presidente della Commissione, in caso di riconferma, dovrà decidere la distribuzione delle deleghe e delle vicepresidenze, che potrebbero essere più o meno numerose rispetto all’ultima legislatura. La carica esecutiva potrebbe essere confermata o meno.
L’importanza del gioco politico europeo
La nomina dei nuovi vertici europei è un processo complesso che coinvolge diverse forze politiche e interessi nazionali. La posizione dell’Italia in questo contesto è tutt’altro che semplice, con la premier Meloni che dovrà bilanciare le proprie ambizioni con le dinamiche politiche europee. La partita si gioca su diversi tavoli, con l’esito delle legislative francesi che potrebbe influenzare le scelte finali.