Un restauro complesso per un capolavoro pompeiano
Il 3 luglio 2023 prenderà il via la seconda fase del restauro del Mosaico di Alessandro, un’opera di straordinarie dimensioni e complessità, custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il mosaico, risalente al I secolo a.C. e proveniente dalla Casa del Fauno di Pompei, pesa circa sette tonnellate ed è composto da quasi due milioni di tessere millimetriche, disposte su una superficie di 5.82 x 3.13 metri.
Questa fase del restauro, prevista per concludersi nei primi mesi del 2025, si concentrerà sul consolidamento degli strati preparatori originari del mosaico e sulla realizzazione di un nuovo supporto. L’opera verrà nuovamente movimentata per essere collocata in posizione orizzontale, completando così l’intervento di restauro della superficie musiva.
Un’operazione delicata e monitorata
La movimentazione del mosaico sarà eseguita dallo stesso sistema meccanico utilizzato lo scorso ottobre per il distacco del mosaico dalla parete dove era stato collocato nel 1916. Come già accaduto in precedenza, gli spostamenti e le sollecitazioni sull’opera saranno monitorati in tempo reale per garantire la massima sicurezza durante le operazioni.
Negli ultimi mesi, i restauratori hanno avuto l’opportunità di indagare a fondo gli strati preparatori del manufatto, verificandone lo stato di conservazione e arricchendo le conoscenze sull’opera.
Un cantiere trasparente per il pubblico
“Avviamo una nuova fase di lavoro per restaurare il mosaico di Alessandro: un intervento inedito dal punto di vista scientifico, che ancora una volta ha unito i termini di tutela e valorizzazione”, ha dichiarato Massimo Osanna, direttore Generale Musei del MiC.
Il cantiere di restauro sarà trasparente, permettendo al pubblico di seguire l’intervento e di assistere al percorso che porterà alla nuova collocazione e fruibilità dell’opera.
Un’occasione per la valorizzazione del patrimonio
Il restauro del Mosaico di Alessandro rappresenta un’importante occasione per valorizzare un capolavoro dell’arte romana, restituendolo al pubblico in condizioni ottimali di conservazione e fruibilità. L’intervento, con il suo carattere innovativo e la sua trasparenza, rappresenta un esempio virtuoso di come la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale possano andare di pari passo.