La condanna e i dubbi del giudice
Due giovani ‘skater’ di Bolzano, all’epoca dei fatti rispettivamente di 18 e 22 anni, sono stati condannati a 2 anni e 2 mesi di carcere dal gup Roberto Crepaldi per i reati di rapina e porto d’armi. L’aggressione, avvenuta il 15 gennaio 2022 a Milano, ha visto vittima un agente della Polizia locale in borghese, disarmato e aggredito dai due giovani.
Il giudice, pur riconoscendo le prove video che hanno confermato le accuse, ha espresso dubbi sulla consapevolezza degli imputati riguardo all’identità dell’uomo che avevano aggredito. Secondo le motivazioni della sentenza, il vigile non si era qualificato come agente di polizia locale e non ha dimostrato di saper gestire la situazione in modo professionale, considerato anche l’uso improprio dell’arma da fuoco.
La ricostruzione dell’aggressione
Secondo la ricostruzione dei fatti, l’agente di polizia locale si trovava sui Navigli con una collega per effettuare rilievi fotografici con il cellulare di servizio. Un gruppo di giovani, tra cui i due imputati, ha chiesto all’agente il motivo delle foto, e di fronte al suo rifiuto di consegnare il telefono, lo hanno circondato e aggredito, riuscendo a sottrargli la pistola.
L’agente aveva inizialmente impugnato la pistola per intimidire i giovani, sparando poi un colpo in aria. Il giudice ha ritenuto non credibile la versione difensiva dei giovani, secondo cui volevano evitare che l’agente, che a loro dire sembrava un ‘pazzo armato’, potesse ferire qualcuno. Al contrario, il giudice ha interpretato il loro comportamento come un chiaro intento di umiliazione.
L’importanza della qualificazione e del comportamento professionale
La sentenza solleva un punto importante riguardo al comportamento degli agenti di polizia in borghese. La mancanza di qualificazione e un comportamento non professionale da parte dell’agente potrebbero aver contribuito alla confusione dei giovani, che non hanno potuto identificarlo come agente di polizia locale. Questo caso evidenzia l’importanza di un comportamento professionale e di una chiara identificazione da parte degli agenti, anche in situazioni di potenziale pericolo, per evitare fraintendimenti e reazioni impreviste da parte dei cittadini.