ByteDance punta su Broadcom per l’IA
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, ByteDance, la società cinese proprietaria dell’app di social media TikTok, starebbe negoziando con Broadcom, azienda statunitense specializzata in semiconduttori, per lo sviluppo di un processore avanzato dedicato all’intelligenza artificiale.
Questa partnership potrebbe risultare strategica per ByteDance, permettendole di garantire un’adeguata fornitura di chip di alta qualità in un momento di crescente tensione tra Stati Uniti e Cina, che ha portato a restrizioni sulle esportazioni di tecnologia avanzata.
Un chip da 5 nanometri sotto le restrizioni americane
Il processore in questione sarebbe realizzato con una tecnologia a 5 nanometri, un livello di avanzamento che rispetta le attuali restrizioni sull’export imposte dagli Stati Uniti. La produzione del chip sarebbe affidata a Tsmc, la principale azienda di produzione di semiconduttori di Taiwan.
È importante sottolineare che al momento non esiste ancora un accordo definitivo tra ByteDance e Broadcom, ma la notizia conferma un’intenzione di collaborazione tra le due società.
Una partnership preesistente
Va ricordato che Broadcom fornisce già a ByteDance un processore IA di vecchia generazione, realizzato con tecnologia a 7 nanometri, utilizzato nei data center della società cinese. Questa collaborazione preesistente suggerisce un rapporto di fiducia tra le due aziende, che potrebbe favorire la concretizzazione dell’accordo per il nuovo chip.
Un’alleanza strategica in un contesto geopolitico complesso
La notizia di questa potenziale partnership tra ByteDance e Broadcom evidenzia le sfide e le opportunità che si presentano nel contesto geopolitico attuale. La crescente tensione tra Stati Uniti e Cina ha portato a una corsa all’armamento tecnologico, con entrambe le potenze che cercano di assicurarsi il controllo delle tecnologie chiave, tra cui i semiconduttori. In questo scenario, la scelta di ByteDance di collaborare con un’azienda americana come Broadcom potrebbe essere interpretata come un tentativo di mitigare i rischi legati alle restrizioni sull’export e di garantire una fornitura di chip affidabile.