Un progetto di legge controverso
Il governo argentino guidato da Javier Milei ha annunciato la presentazione di un progetto di legge che mira ad abbassare l’età di imputabilità nel codice penale da 16 a 13 anni. La proposta è stata giustificata dalla ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, durante una conferenza stampa, affermando che la misura è necessaria per porre fine all’insicurezza che affligge gli “argentini per bene”. Secondo la Bullrich, il crimine avrà conseguenze in linea con l’età del delinquente.
Il ministro della Giustizia, Mariano Cuneo Libarona, ha aggiunto che la nuova legge si prefigge di combattere la crescita persistente della criminalità giovanile, considerata una seria minaccia per la prosperità del paese. Il testo prevede una pena massima di 20 anni per delitti gravi come l’omicidio.
Il contesto attuale
Attualmente, il regime penale minorile in Argentina si applica ai giovani tra i 16 e i 18 anni, solo in caso di delitti che prevedono pene superiori ai due anni. Secondo i dati della sottosegreteria per l’Infanzia e l’Adolescenza, solo l’1% dei delitti gravi è commesso da minorenni.
Un dibattito complesso
La proposta di abbassare l’età di imputabilità in Argentina solleva un dibattito complesso con implicazioni etiche e giuridiche profonde. Da un lato, si comprende la preoccupazione del governo per la sicurezza pubblica e la necessità di contrastare la criminalità, soprattutto se questa coinvolge giovani. Dall’altro, è fondamentale considerare le implicazioni per lo sviluppo dei minorenni e il rischio di criminalizzare precocemente i giovani, soprattutto in un contesto di fragilità sociale ed economica.