Protesta degli scrittori italiani alla Buchmesse
Un gruppo di oltre 40 scrittori italiani, tra cui nomi di spicco come Dacia Maraini, Emanuele Trevi, Antonio Scurati e Melania Mazzucco, ha firmato una lettera indirizzata al direttore della Buchmesse Juergen Boos e al presidente dell’Associazione Italiana Editori Innocenzo Cipolletta, esprimendo preoccupazione per la strategia adottata per la partecipazione italiana alla Fiera del Libro di Francoforte 2024.
Nella lettera, gli scrittori denunciano una “mancanza grave di strategia culturale ed editoriale da parte della commissione straordinaria incaricata in Italia”, criticando in particolare il programma che prevede esclusivamente “duetti fra autori italiani”. Tale impostazione, secondo gli autori, sarebbe un’anomalia rispetto alle partecipazioni di altri paesi ospiti e denoterebbe un approccio insulare alla manifestazione.
Tra i firmatari della lettera figurano anche Viola Ardone, Silvia Avallone, Andrea Bajani, Marco Balzano, Guido Barbujani, Franco Buffoni, Giulia Caminito, Olga Campofreda, Teresa Ciabatti, Mauro Covacich, Maurizio De Giovanni, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Claudia Durastanti, Antonio Franchini, Vins Gallico, Paolo Giordano, Igort, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Vivian Lamarque, Ginevra Lamberti, Vincenzo Latronico, Beatrice Masini, Francesca Melandri, Daniele Mencarelli, Marco Missiroli, Valeria Parrella, Rosella Postorino, Paolo Rumiz, Roberto Saviano, Gianluigi Simonetti, Fabio Stassi, Chiara Valerio, Carlo Vecce, Alessandro Veronesi e Alice Urciuolo.
Desiderio di interazione e scambio culturale
Nella lettera, gli scrittori sottolineano il loro desiderio di “interagire con i protagonisti e le protagoniste dell’editoria tedesca e non solo, con i nostri colleghi europei e internazionali”, in un momento storico in cui “abbiamo più bisogno che mai di sentirci appartenenti a una cultura unica”.
Secondo gli autori, il programma attuale impedisce questo tipo di interazione e scambio culturale, rischiando di isolare l’Italia all’interno della Buchmesse. Gli scrittori chiedono quindi “un momento di incontro pubblico” con autori tedeschi durante la fiera, per colmare questa lacuna e favorire un dialogo più ampio e internazionale.
Gli scrittori ritengono che solo l’iniziativa dei singoli autori e dei loro editori tedeschi possa mitigare in parte le conseguenze di questa “impostazione sconsiderata”, come la definiscono nella lettera.
Un’occasione persa per la promozione culturale?
La protesta degli scrittori italiani solleva un punto importante: la necessità di una strategia culturale ben definita per la partecipazione a eventi internazionali come la Buchmesse. La scelta di un programma esclusivamente incentrato su duetti tra autori italiani potrebbe effettivamente limitare le opportunità di scambio e interazione con il panorama editoriale internazionale, rischiando di perdere un’occasione preziosa per la promozione della letteratura italiana all’estero.