Protesta degli scrittori italiani alla Buchmesse
Una lettera aperta firmata da quaranta scrittori e scrittrici italiani, tra cui nomi di spicco come Dacia Maraini, Sandro Veronesi, Giulia Caminito, Melania Mazzucco, Antonio Scurati e Maurizio De Giovanni, ha scosso la comunità letteraria italiana. Il documento, coordinato dallo scrittore Paolo Giordano, è indirizzato al presidente dell’Associazione Italiana Editori Innocenzo Cipolletta e al direttore della Buchmesse Juergen Boos, e esprime preoccupazione per l’ingerenza della politica negli spazi della cultura, con particolare riferimento al programma italiano alla fiera del libro di Francoforte 2024.
I firmatari criticano la scelta di presentare l’Italia alla Buchmesse con un programma “insulare”, caratterizzato da “duetti fra autori italiani”, e denunciano un’ingerenza politica sempre più pressante nella cultura, citando come esempio il caso di Roberto Saviano, inizialmente escluso dalla delegazione italiana e poi invitato dal Commissario Straordinario Mauro Mazza, invito che lo scrittore ha rifiutato.
Nella lettera si legge che “l’incidente Saviano alla Buchmesse’ non è un evento isolato in Italia. S’inscrive in una sequenza di prevaricazioni, di forme e gravità diverse, alle quali assistiamo negli ultimi due anni e delle quali spesso siamo l’oggetto, eventi singoli che mostrano una volontà esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica negli spazi della cultura”
La risposta del Ministro Sangiuliano e del presidente dell’Aie
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha risposto alle accuse sostenendo che “il problema è che abbiamo aggiunto qualcuno a questi qui, quindi sono loro che discriminano, non noi” e che Saviano non era stato segnalato dal suo editore. Il presidente dell’Aie Innocenzo Cipolletta ha assicurato che l’associazione accoglierà la richiesta degli scrittori di un momento di dibattito aggiuntivo alla Buchmesse, dichiarando che “abbiamo sempre lavorato perché tutti gli autori e le autrici si sentissero a casa, e continuiamo a lavorare con questo spirito”
Le reazioni e le considerazioni
Paolo Giordano, pur apprezzando l’accoglimento della richiesta di un evento aggiuntivo da parte dell’Aie, ha espresso perplessità sulla risposta del presidente dell’associazione, affermando che “non vedo risposta né, purtroppo, solidarietà. Se ci sentiamo a casa? Ci sentiamo a casa, sì, grazie, forse anche troppo”
La capogruppo democratica in Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, ha definito la lettera degli scrittori “l’ennesima conferma del maldestro tentativo del Ministro della Cultura, Sangiuliano, di utilizzare il proprio incarico per portare avanti decisioni di parte” e ha sottolineato che “questa lettera è l’ennesima conferma del maldestro tentativo del Ministro della Cultura, Sangiuliano, di utilizzare il proprio incarico per portare avanti decisioni di parte”
La libertà di espressione e l’ingerenza politica
La lettera degli scrittori italiani solleva un punto cruciale: il delicato rapporto tra politica e cultura. La preoccupazione espressa dagli autori riguardo all’ingerenza politica negli spazi culturali è un tema che merita attenzione e riflessione. È fondamentale garantire la libertà di espressione artistica e intellettuale, evitando che le scelte culturali siano influenzate da interessi politici o da criteri di fedeltà. La cultura, nella sua pluralità e autonomia, dovrebbe essere tutelata da ogni forma di censura o di pressione politica.