La denuncia del comitato “Invece del ponte”
Il comitato cittadino messinese “Invece del ponte” ha presentato una denuncia alla direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi della Commissione Europea, chiedendo di valutare l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’appalto del ponte sullo Stretto di Messina.
Secondo il comitato, i provvedimenti adottati dal governo e dal parlamento italiano nel 2023 per riattivare i contratti potrebbero violare la Direttiva 2014/24/Ue, che prevede l’obbligo di indire una nuova gara d’appalto se il valore del contratto aumenta oltre il 50% del valore iniziale. La denuncia sottolinea l’assenza di elaborati di stima e di un piano economico e finanziario dettagliato nel progetto, evidenziando un costo totale stimato di 13,5 miliardi di euro, di cui 10,855 miliardi destinati all'”Affidamento al Contraente Generale”.
L’aumento dei costi e la Direttiva Europea
Il comitato ha evidenziato che il valore iniziale del contratto era di 3.879.600.000 di euro, aumentato a 4.544.906.000 di euro a seguito di un aggiornamento dei prezzi. Un’ulteriore maggiorazione nel 2009 ha portato il corrispettivo totale a 4.969.530.000 di euro. Il progetto definitivo prevede un incremento di costo compreso tra il 179,8% e il 118,4% rispetto ai valori precedenti, superando di gran lunga il limite del 50% previsto dall’art. 72 della Direttiva 2014/24/Ue.
Secondo il comitato, l’incremento dei costi supera di molto il limite previsto dalla direttiva, che è stata recepita dal decreto legislativo 50/2016 in Italia.
La risposta di Stretto di Messina
L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha rassicurato che l’Italia non rischia alcuna procedura d’infrazione europea, sostenendo che il rispetto dell’articolo 72 della direttiva Ue è stato esplicitamente richiamato dal decreto-legge 35, che ha riattivato il progetto.
Ciucci ha spiegato che l’aggiornamento del Piano Economico Finanziario in corso dimostrerà il rispetto delle disposizioni e che l’aumento del valore dell’investimento non è dovuto a nuove opere, ma all’aumento dei costi dei materiali da costruzione registrato negli ultimi anni.
Un’ombra di dubbio sull’appalto?
La denuncia del comitato “Invece del ponte” solleva un punto importante: la trasparenza e il rispetto delle normative europee negli appalti pubblici. L’aumento dei costi del ponte sullo Stretto di Messina, che supera di gran lunga il limite previsto dalla Direttiva Europea, potrebbe effettivamente sollevare dubbi sulla correttezza della procedura di appalto. Sarà interessante vedere come la Commissione Europea valuterà la denuncia e quali saranno le conseguenze, se ce ne saranno, per il progetto.