“Buena Vista Social Club”: un viaggio musicale nell’Avana
Il film “Buena Vista Social Club”, diretto da Wim Wenders e presentato domani, 25 giugno all’Arena Puccini di Bologna nell’ambito del festival “Il cinema ritrovato”, è un documentario del 1999 che prende il nome da un locale storico situato nel quartiere Buenavista all’Avana. Questo locale era un punto di riferimento per la musica popolare cubana negli anni quaranta, dove si respirava l’atmosfera di generi musicali come il son cubano, il bolero e il danzón.
Per ricreare le atmosfere musicali di quell’epoca, Wenders e il suo amico produttore e musicista Ray Cooder hanno riunito una dozzina di musicisti dell’epoca, molti dei quali si erano ritirati dalle scene da tempo, tra cui figure come Compay Segundo, Omara Portuondo e Ibrahim Ferrer.
Attraverso l’uso sapiente della macchina da presa, Wenders accompagna lo spettatore in un viaggio per le strade dell’Avana, mostrando i musicisti a bordo del sidecar di Cooder diretti allo studio di registrazione. La macchina da presa ruota intorno ai musicisti, catturando i loro canti e i commenti esplicativi che compongono un vero e proprio dialogo musicale.
Un approccio narrativo che lascia parlare la musica
Wenders ha scelto di lasciare che la musica fosse la vera protagonista del film, permettendo ai musicisti di esprimere se stessi attraverso la loro arte. Come ha dichiarato lo stesso regista: “Sono andato all’Avana perché volevo lasciare che questi musicisti parlassero con la loro voce, dato che la musica parla da sé con tanta forza”.
Questa scelta narrativa ha portato Wenders a distaccarsi dal suo solito stile di “film-diario”, optando per un approccio più distaccato ma non meno personale. “Non direi che è meno personale. È un approccio diverso, e, stranamente, proprio perché me ne sono tenuto fuori sono molto più soddisfatto di questo film rispetto ai miei precedenti film-diario”, ha spiegato Wenders.
Un documentario che celebra la musica e la cultura cubana
“Buena Vista Social Club” non è solo un documentario musicale, ma un vero e proprio omaggio alla cultura cubana, alla sua musica e ai suoi musicisti. Il film cattura l’anima di un’epoca e di un luogo, mostrando la bellezza e la vitalità della musica cubana attraverso le storie e le performance dei suoi protagonisti. Wenders è riuscito a creare un film che trascende i confini del genere documentaristico, diventando un’esperienza coinvolgente e toccante per gli amanti della musica e del cinema.