Protesta per l’aborto farmacologico nelle Marche
Un sit-in di protesta si è svolto davanti alla sede regionale di Palazzo Leopardi nelle Marche, organizzato dalla Rete Femminista Molto +194 con la partecipazione di numerose associazioni. Le manifestanti hanno esposto striscioni con slogan come “L’autodeterminazione delle donne non si tocca”, “Sì all’aborto farmacologico, sì alla Ru486” e “La Regione contro le donne”, chiedendo l’adeguamento della Regione alle linee nazionali del 2020 sull’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg).
Le attiviste hanno sostenuto che l’Ivg non dovrebbe essere un “privilegio”, chiedendo l’applicazione immediata delle direttive nazionali. Al presidio hanno partecipato anche le consigliere regionali del Pd Micaela Vitri e Anna Casini, intonando cori come “Ru farmacologica a nove settimane” e “il corpo è mio e lo gestisco io”.
Interrogazione del Pd e risposta dell’assessore
Durante la seduta del Consiglio regionale, il Gruppo Pd ha presentato un’interrogazione alla giunta in merito all’Ivg con mifepristone e prostaglandine, in regime ambulatoriale e day hospital, e al mancato recepimento delle linee guida del Consiglio superiore della Sanità del 12 agosto 2020.
L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha risposto che la circolare ministeriale in questione è “self-executing”, ovvero auto-applicativa, e non necessita di atti di recepimento da parte della Regione. Ha sottolineato l’obbligo dei dirigenti amministrativi di garantire l’azione amministrativa secondo i principi di legalità e buon andamento, affermando che la direttiva ministeriale è pienamente applicabile e che la Regione deve conformarsi alle disposizioni.
L’accesso all’aborto farmacologico: un diritto in discussione
La protesta nelle Marche evidenzia un acceso dibattito sull’accesso all’aborto farmacologico in Italia. La richiesta di adeguamento alle linee guida nazionali da parte delle attiviste femministe pone l’accento sull’importanza di garantire alle donne il diritto di scelta e di accesso a metodi di interruzione di gravidanza sicuri ed efficaci. La risposta dell’assessore, che sottolinea la natura auto-applicativa della circolare ministeriale, potrebbe aprire un confronto con la Regione sulle modalità di attuazione delle direttive nazionali e sulle eventuali resistenze all’applicazione delle stesse.