Il ‘kit’ per uccidere e le spiegazioni di Turetta
Filippo Turetta, accusato dell’omicidio premeditato della ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha cercato di minimizzare la presenza di un ‘kit’ per uccidere all’interno della sua Fiat Punto. Il kit, composto da nastro adesivo, coltelli e sacchi neri di nylon, è stato trovato dalla polizia e presentato come ‘lista della spesa’ da Turetta, che ha sostenuto di averlo preparato ‘per ogni evenienza’. Secondo Turetta, le due lame da cucina erano presenti in auto a causa di ‘pensieri suicidi’, mentre lo scotch telato, utilizzato per tentare di tappare la bocca a Giulia, sarebbe servito per la festa di laurea della ragazza, per attaccare il papiro, i volantini e le fotografie. Tuttavia, la Procura di Venezia ritiene che queste spiegazioni siano contrastanti e vadano a supporto della premeditazione del delitto.
Le dichiarazioni di Turetta durante l’interrogatorio
Durante un interrogatorio di sei ore svoltosi il primo dicembre 2023, Turetta ha raccontato al pm Andrea Petroni la sua relazione con Giulia, caratterizzata da gelosia e controllo. Ha ammesso di aver installato un’applicazione spia sul telefono della ragazza per monitorarla. Ha poi descritto la tragedia, iniziata con un litigio durante una cena al centro commerciale ‘Nave de Vero’ e culminata con l’aggressione mortale in auto, con 75 fendenti.Turetta ha riconosciuto i coltelli come quelli presi dalla sua casa e ha confermato di aver acquistato lo scotch, ma ha fornito spiegazioni contrastanti riguardo al suo utilizzo e alla sua presenza in auto il giorno del delitto. Il pm ha evidenziato l’incoerenza tra l’utilizzo dello scotch per la laurea, prevista una settimana dopo, e la sua presenza nello zaino di Turetta il giorno del delitto.
Dubbi sulla versione suicidaria
Il pm ha sollevato dubbi anche sulla versione di Turetta riguardo ai suoi ‘istinti suicidi’ durante la fuga e il tentativo di occultamento del corpo di Giulia a Barcis. Secondo il magistrato, l’idea di suicidarsi e il tentativo di nascondere il cadavere non sono azioni compatibili, poiché chi vuole togliersi la vita difficilmente si preoccuperebbe di occultare il corpo.Turetta ha ammesso di aver disfatto del cellulare di Giulia, di un coltello e del suo tablet, buttandoli in un fossato. Ha anche spiegato la presenza della sua auto ferma per diversi minuti in una zona industriale, sostenendo di aver cercato il cellulare di Giulia che era rimasto nella sua borsetta.
La premeditazione del delitto
Le dichiarazioni di Turetta, pur cercando di fornire spiegazioni plausibili per la presenza del ‘kit’ per uccidere, risultano contraddittorie e alimentano i sospetti sulla premeditazione del delitto. La presenza di oggetti come lo scotch e i coltelli, insieme alle dichiarazioni di Turetta, suggeriscono un piano preordinato per l’omicidio di Giulia, anche se la difesa cercherà di dimostrare il contrario.