Dimissioni per “mancanza di rispetto”
Il poeta Davide Rondoni ha annunciato le sue dimissioni dalla giuria del Premio Flaiano poesia, motivando la decisione con un comportamento ritenuto inappropriato da parte della presidente del premio, la signora Tiboni, e degli organizzatori. Secondo Rondoni, l’evento culturale sembrerebbe più interessato a “dar lustro a chi li promuove che alla vera cultura e al suo rispetto”.
Un premio speciale “fuori regolamento”
La giuria, presieduta da Roberto Mussapi, aveva selezionato sei finalisti, sia senior che under 35, dopo un lungo e serio lavoro. Tuttavia, secondo la nota di Rondoni, si è appreso da social media e stampa dell’assegnazione di un “premio speciale di poesia” alla poetessa Silvia Bre, decisione attribuita a un “direttivo del premio”. Rondoni ha lamentato la mancanza di chiarezza riguardo all’assegnazione di questo premio “speciale”, chiedendo informazioni sulla sua natura e sulla differenza rispetto ai premi “normali”, ma ha ricevuto una risposta poco soddisfacente dagli organizzatori.
Un atteggiamento ritenuto “arrogante”
La risposta degli organizzatori alla richiesta di chiarimenti da parte di Rondoni è stata, secondo il poeta, sintetizzata dalla frase “se non vi va bene dimettetevi”. Questo atteggiamento ha ulteriormente spinto Rondoni a dimettersi, considerandolo arrogante e poco rispettoso nei confronti della giuria, dei finalisti e della stessa Silvia Bre.
Mancanza di trasparenza e rispetto
Rondoni ha concluso la sua nota sottolineando il rispetto per la giuria, il cui presidente è stato persino impedito di intervenire dal palco a causa della “scaletta” non prevista, e per i finalisti, oltre che per Silvia Bre. Il poeta ha definito il premio “inficiato da personalismi” e gestito con “mancanza di chiarezza e di statura”.
Un caso di scarsa trasparenza e gestione discutibile
La vicenda del Premio Flaiano poesia solleva dubbi sulla trasparenza e la gestione del premio. L’assegnazione di un premio “speciale” a discrezione di un “direttivo” senza chiarezza riguardo alle regole e alle motivazioni solleva interrogativi sulla serietà dell’evento e sull’impegno degli organizzatori nel garantire equità e trasparenza. L’atteggiamento degli organizzatori, secondo il racconto di Rondoni, appare poco rispettoso nei confronti della giuria e dei finalisti, alimentando l’impressione di un premio più interessato a interessi personali che alla promozione della cultura.