Rispetto e ammirazione per Prigozhin a Mosca
A distanza di un anno dalla ribellione del capo della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin, contro i vertici militari russi, alcuni residenti di Mosca continuano a nutrire rispetto e ammirazione per l’uomo che sfidò il presidente Putin. Questo è quanto emerge da un reportage del Kyiv Post, che sottolinea come, nonostante la sua sfida, Prigozhin e il gruppo Wagner siano ancora considerati figure rispettate.
“Ha fatto molto per la Russia in un momento difficile”, ha dichiarato al media ucraino Alexander Ulyanov, 60 anni, definendo Prigozhin un “grande uomo” e l’organizzazione da lui creata come un’organizzazione dotata di “disciplina di ferro”.
Prigozhin “vivo nei nostri cuori”
Secondo Ulyanov, Prigozhin è “vivo nei nostri cuori”, paragonandolo a generali storici come Mikhail Kutuzov, che guidò l’esercito russo durante le guerre napoleoniche. “Se la gente si ricorda di lui, è vivo”, ha affermato.
La ribellione di Prigozhin
Il 23 e 24 giugno 2023, i combattenti di Prigozhin si sono impadroniti del quartier generale dell’esercito russo nella città meridionale di Rostov-on-Don e hanno abbattuto aerei militari nel tentativo di destituire i vertici militari di Mosca. La ribellione, che ha rappresentato la più grande sfida al presidente Putin, si è conclusa con un accordo che ha visto Prigozhin trasferirsi in Bielorussia.
Il ruolo di Wagner in Ucraina
Il gruppo Wagner ha svolto un ruolo chiave in alcune delle campagne militari più lunghe e sanguinose del Cremlino in Ucraina, tra cui la battaglia per la città di Bakhmut, nell’est del Paese, città in gran parte distrutta dai combattimenti.
L’eredità controversa di Prigozhin
L’ammirazione espressa da alcuni residenti di Mosca nei confronti di Prigozhin è un dato interessante, soprattutto considerando la natura controversa della sua figura. Da un lato, è stato un uomo d’affari di successo che ha costruito un impero finanziario e ha creato una milizia privata che ha operato in diversi conflitti. Dall’altro, è stato accusato di crimini di guerra e di essere un agente del Cremlino, coinvolto in operazioni oscure e controverse. La sua morte, ancora avvolta nel mistero, ha alimentato diverse teorie del complotto, rendendo la sua figura ancora più enigmatica.