Una tempesta cosmica nell’universo primordiale
Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Trieste e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha osservato per la prima volta una tempesta di vento all’interno di un quasar, un nucleo galattico estremamente luminoso che contiene un buco nero supermassiccio, nell’universo primordiale. L’evento si è verificato circa 13 miliardi di anni fa, e il vento è costituito da un gas con una temperatura di decine di migliaia di gradi che si muove a velocità di decine di migliaia di chilometri al secondo.La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal, è di grande interesse per la comunità scientifica, poiché offre un’opportunità unica per studiare l’impatto di queste tempeste sull’evoluzione delle galassie nell’universo giovane.
L’impatto sui buchi neri e l’evoluzione delle galassie
“Sappiamo che il fato delle galassie come la Via Lattea è strettamente legato a quello dei buchi neri poiché questi possono generare tempeste galattiche in grado di spegnere la formazione di nuove stelle”, spiega Manuela Bischetti di Inaf e Università di Trieste, che ha guidato lo studio. “Studiare le epoche primordiali – aggiunge – ci permette, quindi, di capire le condizioni iniziali dell’Universo che vediamo oggi”
Un’osservazione inaspettata
I ricercatori hanno osservato che il vento si estende anche sulla scala della galassia a velocità più basse, di circa 500 chilometri al secondo. “Abbiamo trovato che il vento si estende anche sulla scala della galassia a velocità più basse, di circa 500 chilometri al secondo”, afferma Bischetti: “Questa è una cosa inaspettata, che ci ha fatto pensare che questo mega alone di gas sia stato creato dal materiale che i venti hanno espulso dalla galassia”Questa scoperta ha portato i ricercatori a considerare il quasar come un candidato ideale per ulteriori studi con il telescopio spaziale James Webb di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese.
Un nuovo sguardo sull’universo primordiale
Questa scoperta rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dell’universo primordiale e del ruolo dei buchi neri nell’evoluzione delle galassie. La possibilità di studiare questo fenomeno con il telescopio James Webb apre nuove prospettive di ricerca, permettendoci di approfondire la nostra conoscenza delle prime fasi dell’universo e dei meccanismi che hanno portato alla formazione delle galassie che osserviamo oggi.