Proroga del divieto di vendita di anguille dal Lago di Garda
Il divieto di vendita e consumo di anguille provenienti dal Lago di Garda, in vigore dal 2010 a seguito dell’allarme per la presenza di diossina, è stato prorogato con un nuovo decreto del ministero della Salute. La decisione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, prevede che lo stop alla commercializzazione delle anguille rimanga in vigore “fino a nuove disposizioni che saranno assunte sulla base della valutazione degli esiti del monitoraggio” della contaminazione da diossine.
Monitoraggio della contaminazione da diossina
Secondo il decreto, il monitoraggio della contaminazione da diossine sarà condotto dal Laboratorio nazionale di riferimento per gli inquinanti organici persistenti alogenati negli alimenti e nei mangimi presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e Molise (Izsam) e l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (Izsler). La strategia di monitoraggio, definita nel 2022, si concentrerà sulla verifica di eventuali modifiche dei livelli di contaminazione rispetto ai dati raccolti tra il 2015 e il 2016. L’obiettivo è valutare la possibilità di revocare il divieto di commercializzazione delle anguille, potenzialmente limitando la revoca a determinate categorie di pesci in base a caratteristiche morfologiche come lunghezza e peso.
Relazione tecnica e divieto in vigore
Il divieto di vendita di anguille resta in vigore anche in base a una relazione tecnica sugli esiti del campionamento e analisi delle diossine e dei Pcb (policlorobifenili) su campioni di anguille pescate dal Lago di Garda, trasmessa dall’Izsler nel dicembre 2022.
Un divieto prolungato e le prospettive future
La proroga del divieto di vendita di anguille dal Lago di Garda, pur comprensibile alla luce della necessità di tutelare la salute pubblica, evidenzia la complessità della situazione. Il monitoraggio in corso potrebbe fornire informazioni cruciali per valutare l’effettiva diminuzione della contaminazione da diossina e aprire la strada a una possibile revoca del divieto, almeno per alcune categorie di anguille. Sarà importante monitorare i risultati del monitoraggio e valutare le eventuali misure che saranno adottate in base ai dati raccolti.