Accuse di destabilizzazione da parte del governo
Il governo boliviano ha puntato il dito contro l’ex presidente Evo Morales, accusandolo di “generare uno scenario di crisi strutturale” attraverso l’organizzazione di blocchi stradali nel Paese. Secondo la ministra María Nela Prada, l’obiettivo di Morales sarebbe quello di “abbreviare il mandato” del presidente Luis Arce e di “imporre” la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2025.
Prada ha definito i blocchi stradali come “un duro colpo per l’economia”, un “assedio alle città” e un “soffocamento della produzione” che mira a privare il Paese di carburante e cibo.
Blocchi stradali e aumento dei prezzi
Negli ultimi periodi, la Bolivia ha registrato un aumento dei prezzi di alcuni prodotti alimentari, un fenomeno che il governo attribuisce alla “speculazione” e a “interessi politici personali”.
Le imprese di trasporti pesanti, fedeli all’ex presidente Morales e al partito di maggioranza Movimento al Socialismo (Mas), hanno annunciato uno sciopero per giovedì 27 giugno, protestando contro la mancanza di dollari, l’aumento dei prezzi del cibo e la carenza di carburante.
Una crisi politica con radici profonde
La nuova crisi istituzionale in Bolivia sembra essere l’ennesimo capitolo di una lunga disputa di potere all’interno del Mas, un partito che ha governato il Paese per oltre un decennio. La rivalità tra Arce e Morales, che si protrae dallo scorso anno, rischia di destabilizzare ulteriormente il Paese, già alle prese con problemi economici e sociali. La situazione evidenzia la fragilità del sistema politico boliviano e la difficoltà di trovare una soluzione pacifica e duratura alla crisi.